Secondo Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, l’Italia dovrebbe seguire l’esempio della Francia in quanto a Green Pass, rendendolo di fatto obbligatorio se si vuole accedere a determinati luoghi pubblici. Lo ha spiegato senza troppi mezzi termini lo stesso sottosegretario alla salute parlando stamane ai microfoni del quotidiano IlMessaggero: “Lo dissi un mese e mezzo fa – esordisce l’esponente del Movimento 5 Stelle – la doppia dose funziona con la variante Delta, allora perché non applichiamo sul serio il Green pass, rendendolo uno strumento utile per partecipare a eventi, per riaprire le discoteche, i teatri, per evitare la quarantena. Da noi non ha senso nei ristoranti, semmai può essere un’arma per mantenerli aperti qualora vi fosse un forte incremento dei casi”.
E ancora: “Dobbiamo imitare il modello francese? Se mi avessero ascoltato mesi fa, non staremmo a parlare di modello francese, ma di modello italiano imitato dai francesi”. In Italia sono già stati scaricati 26 milioni di Green Pass, ma al momento, di fatto, non trovano applicazione. Nel nostro Paese i vaccinati non hanno agevolazioni, e ciò non rappresenta un incentivo a sottoporsi alla somministrazione della dose: “Questo non ha proprio senso. Io lo sto ripetendo da mesi, ho raccolto la testimonianza di un collega medico, che ha concluso da tempo il percorso vaccinale, eppure siccome ha avuto la sfortuna di trovarsi vicino a un positivo, ha dovuto isolarsi in quarantena. Ma che senso ha? Ecco, anche questo sarebbe un incentivo a vaccinarsi: nessuna quarantena per chi è vaccinato”.
SILERI: “GREEN PASS COME IN FRANCIA? SCELTA GIUSTA”
Sulla scelta del presidente francese Macron di applicare il Green Pass per recarsi ai ristoranti, ai bar, ai centri commerciali e via discorrendo, Sileri ribadisce: “E’ sicuramente una scelta giusta. Dovremmo farlo anche in Italia, non chieda a me perché ancora non siamo partiti, io a Speranza l’ho detto tante volte”. Un’applicazione concreta potrebbe essere per le discoteche, che ad oggi risultano essere ancora chiuse: “Se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, vedrà che avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi. Il Green pass, sia chiaro, da noi non deve servire per bar e ristoranti, salvo che i nostri contagi non dovessero raggiungere numeri simili a quelli britannici. A quel punto no alle chiusure, ma Green pass, per tutto, ristoranti compresi, così non sei costretto a chiudere. In sintesi: il Green pass due mesi fa era un mezzo per riaprire prima, quando Italia era gialla o arancione. Oggi è un mezzo per non tornare indietro quando i contagi saranno più elevati”.
E a proposito di eventuali nuove chiusure , Sileri ci va cauto: “Penso che anche il sistema dei parametri vada rivisto, nel giro di una o due settimane. Non dico che vada per forza reso più morbido, ma dobbiamo tenere conto di due nuovi fattori: le vaccinazioni e la diffusione della variante Delta”, e ancora: “I parametri vanno cambiati. Dovremo aumentare l’importanza del tasso di riempimento degli ospedali. Quello è ciò che conta veramente”.