Mancava qualcosa nella gestione dell’emergenza“. A parlare è Pierpaolo Sileri, ex viceministro della Salute, intervenuto ieri a Non è l’Arena. Il conduttore Massimo Giletti mostra una conversazione tra Goffredo Zaccardi, capo gabinetto dell’allora ministro Roberto Speranza, e la sua vice Tiziana Coccoluto, da cui si evince che il primo le ha scritto in merito al mancato aggiornamento del piano pandemico: “Temo che siamo tutti nei casini da quella data e alla grande“.



A questo punto Pierpaolo Sileri spiega: “Io avevo capito che c’era qualcosa che non andava sin dalla fine di gennaio. Ne parlammo spesso, ci vedevamo ininterrottamente da marzo fino a giugno. Che c’era qualcosa che mancava nella gestione dell’emergenza lo avevo annusato, come ben sapete mi lamentai più di una volta di non avere i verbali del Cts, di non avere né dialogo né informazioni. Quando chiedevo delle polmoniti prima dell’arrivo del Covid, da Ruocco, di cui chiesi la testa in trasmissione, non mi arrivarono mai“. A proposito, invece, dei tecnici del ministero, Sileri aggiunge: “Dipende da quali hai vicino. Ce ne sono straordinari, purtroppo io ritengo che quelli che abbiamo trovato noi, non tutti ma Ruocco in primis, non fossero eccezionali“.



SILERI “TECNICI NON SAPEVANO NEPPURE L’INGLESE…”

Il giudizio di Pierpaolo Sileri è sempre stato molto critico, alla luce degli sviluppi dell’inchiesta di Bergamo lo è ancor di più: “Ho letto dal Fatto Quotidiano che non sapevano neppure l’inglese. Ma come si fa a gestire così un’emergenza? Ricordo riunioni a volte imbarazzanti, soprattutto quelle gestire da Ruocco, me ne lamentai più volte. L’unica persona molto orientata era Beppe Ippolito, ma era solo uno… Gli altri… Sembrava un’armata Brancaleone. Chiesi del piano pandemico e mi dicevano che era tutto apposto, che era tutto perfetto, ma non era così“, ha dichiarato a Non è l’Arena. Di sicuro, l’inchiesta della procura di Bergamo per l’ex viceministro della Salute rappresenta un faro per far luce su quanto accaduto in quei mesi. “Io fui anche contestato da Agostino Miozzo quando dissi che il Cts era diventato un certificatore di procedure e protocolli. Secondo me il Cts doveva essere molto più ristretto e diviso per determinate tematiche“, ha aggiunto poi ai microfoni di Radio Cusano Campus.

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