Pierpaolo Sileri è convinto che ci sarà una grande adesione alla campagna di vaccinazione di massa, più di quella del vaccino antinfluenzale. Il viceministro della Salute ne ha parlato a Radio Radio, spiegando che se non dovesse andare così, il vaccino anti Covid potrebbe essere reso obbligatorio. «Si parte senza vaccino obbligatorio, poi vediamo in itinere anche l’aderenza alla vaccinazione. Se poi ti trovi che le persone non vogliono farsi il vaccino perché hanno timore e solo il 15% ne fa uso, è chiaro che bisogna ricorrere a qualche forma di obbligatorietà». In ogni caso, resta convinto che non ci sarà bisogno di rendere obbligatorio il vaccino. «Anzi credo che gran parte della popolazione una volta arrivato chiederà di fare il vaccino», ha aggiunto Sileri. La campagna di vaccinazione partirà a gennaio, ma non saranno disponibilità già per tutti. «Prenderemo il 13% di tutte le dosi che arriveranno in Europa e piano piano si procederà alla distribuzione». Partendo da operatori sanitari e anziani, i soggetti più esposti e quelli più fragili. «La protezione di gregge deve partire dalla popolazione più anziana».

SILERI “SECONDA ONDATA? NON DA SCUOLA”

Il successo della campagna di vaccinazione di massa dipende però anche dalla trasparenza della comunicazione e dei dati sui vaccini. A tal proposito, entra nel merito delle polemiche suscitate dal virologo Andrea Crisanti nei giorni scorsi. «Ha detto una cosa tecnica in una forma un po’ imperfetta, avrebbe potuto dire la stessa cosa con altre parole e non sarebbe nata la polemica», ha dichiarato Pierpaolo Sileri a Radio Radio. D’altra parte, il viceministro della Salute ha spiegato che bisogna fidarsi degli enti regolatori: «C’è un ente europeo che controlla decine di farmaci che vengono utilizzati e salvano vite umane. Non è una ricerca nata ieri».

In merito invece alla seconda ondata, Sileri ha escluso che abbia avuto un impatto la scuola: «Non ha determinato grossi contagi. È più verosimile che i contagi siano avvenuti fuori in tutte quelle occasioni che vedono persone più giovani aggregarsi e poi portare il virus a casa». Nell’intervista è stato sollecitato anche sulla possibilità che si candidi a sindaco di Roma: «Mi sono ritrovato dalla sala operatoria a fare il viceministro con una pandemia che nessuno si aspettava. Io non ce la farei a lasciare questo compito per pensare ad altro». Sul futuro del governo, invece, Sileri ha spiegato che ritiene possa arrivare al 2023, ma d’altra parte non si pone neppure il problema: «Non ho tempo per le caz*zate».