Quando Pierpaolo Sileri ha parlato di informazioni negate ai pm di Bergamo che indagano sulla gestione della pandemia Covid, il riferimento è anche a vaccini, plasma iperimmune e anticorpi monoclonali. Lo rivela La Verità, spiegando che il 2 febbraio 2021 l’allora viceministro della Salute mandò un messaggio a Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro Roberto Speranza, in cui gli chiedeva di parlare di Aifa e in particolare dell’allora direttore generale. “Magrini non sta al posto giusto. Forse è tempo di rimuoverlo”, scriveva Sileri. In realtà, è rimasto al suo posto fino al gennaio 2023, ma è sicuramente sconcertante il fatto che persone rilevanti al ministero hanno chiesto la sua ‘testa’ già due anni prima.
Oltre ai dubbi sulla competenza, dalle carte dell’inchiesta emergono anche i contrasti tra le istituzioni. “Ti ho visto a tratti in Cts… Però davvero il livello è molto basso e i tuoi del ministero della Salute sono i peggiori, sorry”, scriveva invece Magrini il 31 ottobre 2020 allo stesso Zaccardi. Dunque, l’inchiesta apre anche spiragli su quanto accaduto nella seconda fase dell’emergenza, pur non soffermandosi visto che il focus è un altro. Ci pensa allora Pierpaolo Sileri a ricostruire quanto accaduto.
SILERI “MAI AVUTO RISPOSTA DA AIFA”
“Il tema è che c’era stata fatta una offerta sui monoclonali, c’era la possibilità di investire su di essi. In quel momento, che noi sapessimo, era l’unica possibilità di cura, prima c’era stato il plasma iperimmune. Ebbene, io mi rivolgo ad Aifa per i monoclonali, e non ebbi mai risposta. Mai”, l’accusa di Pierpaolo Sileri attraverso i microfoni de La Verità. Poi sono arrivati i vaccini, il caso Astrazeneca e gli Stati che andavano in ordine sparso. “Ecco, io qualche riluttanza sull’età e su chi poteva beneficiare del vaccino ce l’avevo. Però io le notizie riguardanti le decisioni di Aifa le apprendevo dalla stampa, con loro non riuscivo a comunicare”. Anche per questo Sileri chiedeva un cambio di passo. “Io non avevo nessuna notizia da Aifa, zero. Non era possibile una cosa del genere. Vero che non avevo la delega ai farmaci, però in piena pandemia una diffusione delle informazioni era necessaria. Io ero inca*zato perché le informazioni non le avevo”. Riguardo i rapporti con Zaccardi, l’ex viceministro precisa: “Non aveva un’ostilità specifica contro di me, questo l’ho capito e analizzato. Aveva un interesse specifico, comprensibile, nel tutelare il ministro. Lui pensava che i miei attacchi fossero rivolti al ministro, me erano contro una parziale inefficienza di una parte del ministero”.
GLI ATTACCHI A ZAMPA, BRUSAFERRO E MIOZZO
Pierpaolo Sileri si dice però sorpreso, rileggendo le chat tra Zaccardi e Sandra Zampa, perché ha constatato che si lamentavano delle stesse cose di cui si lamentava lui. Pur avendo preso posizione pubblicamente, non si è mai dimesso: “Sono rimasto comunque lì perché per me era necessario essere presenti per poter monitorare e spingere qualche cambiamento, che poi c’è stato. Certo non sono rimasto per la poltrona. Perché di merda ne ho presa davvero troppa, glielo assicuro”. Ma ne ha anche per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss): “Non lo so perché stia ancora lì”. A La Verità rivela di aver chiesto le dimissioni di Magrini a febbraio 2021. Così come ha preso posizione contro Giuseppe Ruocco, dirigente del ministero responsabile dei farmaci. “Ma probabilmente non era nemmeno nella facoltà del ministro rimuovere queste persone, per come è fatta l’amministrazione”. Se la prende anche con Sandra Zampa: “Nelle chat addirittura diceva che io rompevo le palle”. Critiche anche al Cts: “C’erano troppe persone nel Cts, troppi scienziati che tanto scienziati non erano, c’era poco coinvolgimento di quelli che avevano vissuto la prima ondata”. A tal proposito, tira in ballo Agostino Miozzo che “comunicava poco, non ti diceva, non faceva…”. Infine, il capitolo vaccini. Secondo Sileri non c’è stato un passaggio di informazioni chiaro. “Fui il primo a dire che probabilmente quei vaccini a seconda dell’andamento dell’epidemia potevano non essere necessari in determinate fasce d’età. Ho parlato della stratificazione di Pfizer e Moderna, dei vaccini a 16 e 18 anni… E quando ho scoperto che c’era qualche numero che non mi convinceva mi sono rivolto ad Aifa. È tutto scritto”.