Corre verso la fine della pandemia di covid il mondo occidentale. Parola di Guido Silvestri, stimato professore italiano della Emory University, una delle voci senza dubbio più “ottimistiche” di questi due anni di covid. Intervistato oggi dai microfoni de Il Fatto Quotidiano, ha spiegato, sbilanciandosi: “Lo scenario più probabile è che Covid-19 diventi una malattia respiratoria endemica dal tipico andamento stagionale, con recrudescenza nel tardo autunno e soprattutto inverno, fino poi a inizio primavera, come vediamo con l’influenza e con i coronavirus che già da tempo sono adattati alla popolazione umana”. Quindi ha aggiunto: “E nel contesto di una progressiva endemizzazione di Covid non sorprende né l’attuale ondata a Hong Kong, né il fatto che l’approccio mirato a eradicare il virus, il cosiddetto “Covid-zero” sia fallito ovunque, ormai perfino in Nuova Zelanda”.
In ogni caso, secondo Silvestri “la pandemia in occidente è finita” e “la previsione generale è che si avranno momenti di relativa quiete durante la bella stagione seguiti da aumenti dei casi (e quindi anche delle relative conseguenze come ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi) in tardo autunno ed inverno”. Una situazione che però nulla avrà a che vedere con l’emergenza scattata il 20 febbraio 2020: “Con tutta probabilità senza più raggiungere i livelli di inizio 2020 e dell’inverno 2020-21”.
SILVESTRI: “QUARTA DOSE? SI STA ANCORA VALUTANDO”
Secondo Silvestri sarà comunque necessario un ulteriore richiamo vaccinale, che potrebbe divenire annuale: “Magari in modo congiunto all’antinfluenzale. La protezione dei vaccini è molto buona nei confronti della malattia severa, questa protezione si riduce nel corso del tempo ma poi viene ricostituita se si fa una terza dose, il cosiddetto booster”.
Poi a riguardo specifica: “Si stanno valutando in particolare alcuni aspetti più precisi di questo fenomeno generale, tra cui il livello di protezione nei confronti di specifiche varianti di Sars-Cov-2, come Omicron, e la protezione di gruppi di soggetti ad alto rischio o comunque stratificati in base a caratteristiche demografiche e/o sanitarie. Uno scenario probabile è, appunto, quello di una vaccinazione annuale ad inizio autunno (ottobre). Per chi manifesta preoccupazione per il rischio di vaccinazioni troppo frequenti aggiungo che un richiamo annuale sarebbe una procedura del tutto sicura”.