L’unica bimba italiana nella Cina di Mao ospite a Oggi è un altro giorno. Silvia Calamandrei si è raccontata a tutto tondo ai microfoni di Serena Bortone, ricordando la sua storia. «I miei genitori erano giornalisti, vivevamo in un albergo e per un ragazzino è una cosa molto divertente. Siamo stati lì dal 1953 al 1956, anno in cui io ritorno in Italia».



Silvia Calamandrei ha poi ricordato un particolare della sua esperienza in Asia: «Mi sentivo sicuramente diversa dai cinesi e quindi avevo un problema di inserirmi in questo gruppo di compagni e amici, di mimetizzarmi il più possibile per identificarmi con i cinesi. C’è stata una metamorfosi, quando vennero a trovarci i miei nonni ero molto imbarazzata ad andare a spasso con loro, perché erano visibilmente “stranieri”». (Aggiornamento di MB)



Chi è Silvia Calamandrei?

Silvia Calamandrei è stata una bambina occidentale in una scuola cinese. Figlia Franco Calamandrei e Maria Teresa Regard, partigiani a Roma, e nipote di Piero Calamandrei, ha vissuto in Cina quando i genitori divennero corrispondenti dalla Cina,. Avendo vissuto in Cina, ha cercato di diffondere la cultura e l’educazione cinese nel mondo. E’ stata traduttrice e curatrice di saggi sulla Cina e di opere letterarie cinesi, tra cui Homo Pekinensis e alcuni racconti dello scrittore Su Tong. Del suo lavoro di traduttrice, la Calamandrei ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni de La Repubblica.



«Il problema della resa in un’altra lingua mi ha accompagnato per tutta la vita. Nel tradurre dal cinese devi fare un’operazione di avvicinamento e resa nella tua cultura perché, a differenza di inglese, francese, spagnolo e olandese, è una forma diversa di pensiero — che da qualche parte sta in questo mio cervello multilingue: ho sempre l’impressione di avere delle connessioni che si riattivano», ha spiegato.

Silvia Calamandrei

Silvia Calamandrei ha lavorato anche funzionaria e traduttrice a Bruxelles. Un’esperienza che ricorda “con nostalgia e felicità. C’era una carica positiva. Il punto di crisi è arrivato quando, invece di approfondire, si è allargata l’Unione“, ha raccontato la Calamandrei alla Repubblica.

Fondamentale, per la formazione umana e professionale di Silvia Calamandrei è stata la famiglia, in particolare il rapporto con il padre come ha spiegato lei stessa nell’intervista rilasciata alla Repubblica a novembre 2021. «Ci scontravamo, a volte non ci parlavamo per settimane, e lui ne scriveva. In una poesia, vorrebbe che io potessi indicargli una strada che lui si rende conto di avere smarrita rispetto alle aspettative della guerra partigiana. Manteneva un’apertura che da buon comunista stalinista non rivelava mai. Nello stesso tempo aveva paura che sarei andata a sbattere, che sarei rimasta delusa. Mi descrive attonita, alla caduta della “banda dei quattro”».