Il caso Silvia Cipriani, l’ex postina 77enne di Rieti scomparsa in estate, è stato trattato nuovamente ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, giovedì 3 novembre 2022. Nella giornata di ieri, il nipote Valerio e la moglie Tamara si sono recati spontaneamente in Questura per rilasciare le loro impronte e sottoporsi all’esame del Dna. I legali difensori di Valerio hanno asserito in diretta che “è stato loro chiesto di fornire questi loro dati per consentire l’effettuazione di verifiche e per escludere i loro dati da quelli di ipotetici altri individui”.
Nel mentre, sulla questione Silvia Cipriani “gli inquirenti stanno facendo tutti gli accertamenti possibili, non lasciando nulla di intentato. Le persone vengono sentite più volte proprio per cercare la soluzione di questa intricata situazione. Non credo che al momento abbiano un’idea precisa su quanto sia successo. Da parte nostra, noi abbiamo già fatto quanto dovevamo per dimostrare che per quei giorni il nostro assistito ha davvero un alibi di ferro. Le proprietà che Silvia Cipriani avrebbe secondo il cugino Francesco? Abbiamo fatto una prima ricerca catastale, ha solo un piccolo casale. Tutte le proprietà dette dal signore non risulterebbero…”.
SILVIA CIPRIANI, PARLA IL CERCATORE DI FUNGHI CHE HA TROVATO L’AUTO: “CERCHERÒ DI AIUTARE GLI INQUIRENTI”
“Storie Italiane” ha poi intervistato anche il cercatore di funghi che ha trovato nei boschi l’automobile che l’ex postina era solita guidare: “L’unico che ha aperto la vettura è stato il meccanico, ma aveva i guanti da lavoro, quindi non credo ci siano le sue impronte. Appena abbiamo trovato la cartella, abbiamo chiamato subito gli inquirenti e la polizia. Non ero mai passato in quel posto: la mia opinione è che la macchina sia stata portata lì da qualcuno, anche perché il primo paese raggiungibile è distante da quel luogo”.
Gli inquirenti “m’hanno sentito solo il giorno successivo al ritrovamento della macchina di Silvia Cipriani, mi hanno interrogato per tre ore. Cercherò di aiutarli a fare luce, perché anche io, nonostante sia una persona estranea ai fatti, provo ansia per ogni chiamata ricevuta”.