Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida, rispettivamente figlia e genero di Giuseppe Pedrazzini, il 77enne trovato privo di vita in fondo a un pozzo a Toano (Reggio Emilia), hanno rilasciato un’intervista ai microfoni di “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi e andata in onda nella serata di sabato 11 giugno 2022. I due hanno innanzitutto affermato di sentirsi “in parte sollevati, perché la verità comincia a uscire. Sta cadendo l’accusa di omicidio, nel senso che il medico legale ha confermato che non c’è stato omicidio e che le cause della morte sembrerebbero naturali. Stiamo sopravvivendo in auto e infatti mi stupisce che ci siano persone che dicano che mia madre ha più bisogno di me della macchina, visto che è diventata la nostra casa. Grazie a Dio c’è la Caritas che ci aiuta con il cibo e per l’igiene. Non è bello, però, vivere così e stare lontani dal proprio figlio”.
A Silvia ha fatto eco Riccardo, il quale ha commentato brevemente: “Gli omicidi sono sempre stati lontani dalla mia realtà, parole come questa mi fanno paura. Sono contento che pian piano la verità stia finalmente venendo a galla. Il corpo di Beppe presentava fratture e non c’era acqua nei polmoni? Attendiamo ancora l’attività d’indagine, pian piano si costruirà questa verità, perché anche noi la vogliamo sapere”.
SILVIA E RICCARDO, FIGLIA E GENERO DI GIUSEPPE PEDRAZZINI: “LA NOSTRA DIGNITÀ È SOTTO TERRA”
Nel prosieguo del loro intervento televisivo, Silvia Pedrazzini e Riccardo Guida hanno voluto aggiungere alcuni dettagli più “intimi”, legati alla sfera familiare. Silvia, in particolare, ha asserito: “La nostra famiglia è distrutta, la nostra dignità è sotto terra. Ciò che mi fa più male è stato non poter nemmeno salutare mio padre, perché non l’ho potuto vedere quando l’hanno estratto dal pozzo e non l’ho potuto vedere nemmeno al funerale. Lui ci chiamava ‘i suoi ragazzi’ e io a lui sono sempre stata molto legata. Il mio dolore lo sto somatizzando da sola, lontana da tutte le mie cose”.
Con gli occhi lucidi e con il suo Riccardo accanto, Silvia ha concluso: “Ci troviamo qui noi due a soffrire in silenzio e cerchiamo di sopravvivere, che è diverso da vivere. Ci tiene saldi la Fede, perché noi sappiamo che in questo momento nostro figlio è protetto dall’alto”.