La storia di Silvia Fojtikova sarà al centro della puntata di Sopravvissute, la trasmissione di Matilde D’Errico che torna proprio da oggi 29 aprile nella seconda serata di Rai3. Quella di Silvia è una storia di violenze, soprusi e di un dolore enorme ed incolmabile rappresentato dalla morte del figlio che, all’epoca dei fatti, aveva solo 11 anni. Il risultato di una guerra spietata con l’ex marito al quale Silvia aveva annunciato la sua volontà di separarsi. Gianfranco Zani riuscì a conquistare Silvia con la sua gentilezza e le premure. Un fidanzamento felice, poi culminato nel matrimonio e nella nascita dei figli ma trasformato in un rapporto del tutto differente, incentrato sulla gelosia spesso malata e sulla possessività.
Quel matrimonio inizia ad apparire per Silvia una vera e propria gabbia: Gianfranco le vieta di lavorare e pretende di dedicare tutte le attenzioni esclusivamente a lui anche a scapito dei loro bambini. Da qui la decisione della donna di separarsi. Zani, a quel punto, inizia a minacciarla di sottrarle i figli, mettendo in atto veri e propri soprusi e maltrattamenti. A quel punto scatta la denuncia da parte di Silvia che porta a far scattare una misura cautelare che dispone per l’ex marito il divieto di avvicinamento.
SILVIA FOJTIKOVA, LA STORIA A SOPRAVVISSUTE
Per Silvia Fojtikova quella sembrava essere la fine dei suoi timori, ma non sapeva che invece sarebbe stato appena l’inizio di un vero e proprio incubo. E’ il 22 novembre 2018, a Ponteterra di Sabbioneta, quando l’uomo, all’epoca dei fatti 53enne ed artigiano di Casalmaggiore, riesce ad intrufolarsi nell’appartamento appiccando le fiamme e incendiando gli abiti della sua ex moglie. L’incendio si propaga velocemente fino a raggiungere anche la camera di Marco, figlio undicenne della coppia, che però non riuscirà a salvarsi morendo tra le fiamme. A raccontare l’accaduto, come rammenta un articolo de Il Messaggero, fu proprio Silvia: “Ho fatto di tutto per difenderli, ma non mi hanno aiutato”, ha tuonato la madre 39enne. “Quel giorno stavo rientrando a casa dopo aver accompagnato il più grande dei figli all’oratorio, Marco aveva deciso di rimanere a casa perché voleva giocare con la Playstation. Non si è neanche accorto di quello che è successo”. Dopo essere finito in carcere l’uomo ha perfino minacciato il suicidio e per questo trasferito successivamente nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Cremona.
GIANFRANCO ZANI, IL GESTO CHOC
Dopo essere stato arrestato Gianfranco Zani non avrebbe proferito parola sul motivo che l’avrebbe spinto a compiere il gesto choc nel quale è rimasto vittima il figlioletto Marco. In casa, al momento dell’incendio, era presente anche il figlio minore di 4 anni, Fabio, fortunatamente salvato dalla madre. Nel corso del procedimento a carico dell’uomo sono emerse anche tutte le violenze riservate alla ex moglie. L’uomo sarebbe stato responsabile di reiterati casi di percosse, minacce e violenze a vario titolo perpetrate in ambito familiare sia ai danni della consorte che dei figli minorenni. Tra i vari episodi incriminati quello da cui era scattato il provvedimento: Zani infatti aveva aggredito a pugni la moglie e due figli. In un caso invece aveva scagliato all’indirizzo del figlio maggiore la casse dello stereo, come riportato da Voce di Mantova. Al contrario, secondo la sua difesa, la vicenda si sarebbe limitata a qualche screzio tra coniugi durante la fase di separazione.