Silvia Guerini parte dalla questione dell’utero in affitto per dipingere il quadro di una società che mira sempre di più al transumanesimo e alla negazione del corpo e della famiglia. “Il problema è che il desiderio di avere un figlio non può trasformarsi in un diritto. Non esiste il diritto di avere un figlio, per nessuno. Poi – intendiamoci – sono questioni complesse, come tutte quelle che riguardano i nostri corpi” spiega l’attivista e saggista tra le pagine del quotidiano la Verità, sottolineando che “decisioni di questo tipo non possono esaurirsi nella dimensione personale, perché hanno delle conseguenze sulla società, su tutti gli esseri umani”-
Per Silvia Guerini oggi “viviamo in un contesto sociale che da un lato crea le condizioni di infertilità, dall’altro sta creando il desiderio di consegnare ai tecnici la dimensione procreativa. Arriveremo al punto in cui verrà considerato irresponsabile non consegnare totalmente la dimensione della procreazione alle cliniche. E poi da irresponsabile verrà considerato criminale”. In merito alla pratica dell’utero in affitto spiega che “innanzitutto dobbiamo ribadire che c’è sempre uno scambio di denaro, anche nella cosiddetta maternità altruistica. Ma anche se non ci fosse uno scambio di denaro non è eticamente ammissibile che si possa donare un bambino. L’essere umano non può essere oggetto né di compravendita né di scambio, né può diventare oggetto di una negoziazione contrattuale. E la maternità surrogata è questo, e niente altro”.
Utero in affitto e transumanesimo, Silvia Guerini: “l’essere umani sarà biomedicalizzato”
Silvia Guerini, intervistata da La Verità sul tema dell’utero in affitto e del transumanesimo, dichiara che “il pacchetto transumano prevede utero in affitto, procreazione medicalmente assistita, autocertificazione di genere, identità di genere, bloccanti della pubertà. L’uomo nuovo sarà un essere umano biomedicalizzato inserito in una continua, infinita, spasmodica auto implementazione, auto ottimizzazione. Le ideologhe transfemministe e queer, la sinistra postmoderna e arcobaleno di oggi rivendicano tutto ciò come libertà e autodeterminazione”.
Silvia Guerini definisce piuttosto questa presunta liberta come “abusata, resa feticcio, martoriata” in quanto “la cancellazione delle radici sessuate, il corpo neutro e la spinta per la riproduzione artificiale dell’umano di fatto preparano la strada alla normalizzazione dell’alterazione della biologia umana, all’ingegneria genetica” in una “visione transumanista per cui il corpo è un limite, qualcosa da modificare, trasformare e in fondo negare nel profondo”.