Stanno facendo il giro del web, creando non poca polemica, le parole del deputato leghista, Alessandro Pagano, che in Aula alla Camera ha definito Silvia Romano una “neo-terrorista”. Fra coloro intervenuti sull’argomento anche l’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini, numero uno del Carroccio, che ha espresso il proprio parere attraverso la sua pagina Facebook: “Il problema non è Silvia Romano – scrive il “Capitano” sui social – una ragazza mandata allo sbaraglio, usata dai terroristi per ottenere soldi e armi, esibita velata alle telecamere di tutto il mondo da un governo incapace di gestire l’emergenza, prima sanitaria, oggi economica e sociale”. Salvini ha concluso il proprio intervento dicendo: “Lasciamo stare Silvia, cui auguro vita lunga e felice, e guardiamo al vero nemico, al vero pericolo per i nostri figli, per l’Italia, per il mondo, per la Libertà: l’Islam fanatico, integralista, violento, assassino”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“SILVIA ROMANO NEO-TERRORISTA”, FOLLIA DEPUTATO LEGHISTA IN AULA
Scoppia la bagarre in Aula della Camera, dopo alcune affermazioni decisamente discutibili rilasciate dal deputato della Lega, Alessandro Pagano, riguardanti la liberazione Silvia Romano. Il leghista ha infatti definito una “neo-terrorista” l’attivista rapita in Kenya e tornata in Italia due giorni fa dopo 18 mesi di prigionia in Somalia. Pagano, dopo aver proferito quelle parole, è stato immediatamente ripreso da Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, e nel contempo sono state veementi le proteste degli altri deputati presenti. Pagano ha esposto la sua tesi, specificando che durante il funerale di un poliziotto morto recentemente per il coronavirus, non era presente alcun rappresentante del governo, mentre la situazione era completamente diversa all’atterraggio a Ciampino della ragazza milanese: “Quando è tornata una neo-terrorista – ha spiegato – perché questo è El Shabaab, sono andati ad accoglierla”.
“SILVIA ROMANO NEO-TERRORISTA”, LE REPLICHE INDIGNATE
Al termine dell’intervento di Pagano, ha preso la parola Emanuele Fiano del Partito Democratico, definendo “inaccettabili” le parole del collega leghista, colpevole a suo modo di vedere di aver utilizzato l’Aula per “diffamare e calunniare una persona in termini di codice penale, una persona che è stata 18 mesi prigioniera dei terroristi. Evidentemente – ha concluso il Dem – l’onorevole Pagano se ne assume la responsabilità”. Così invece Elena Grandi, co-portavoce nazionale dei Verdi-Europa Verde, Laura Russo e Silvana Meli, co-portavoce del Lazio e di Roma, che hanno chiesto le dimissioni immediate di Pagano: “Non bastava tutta la misoginia contro Silvia Romano che si legge sui profili social di esponenti politici e personaggi pubblici, ancora a tre giorni dal suo rientro in patria, per come è vestita, per il suo sorriso, per la sua conversione. Accuse e minacce sono entrate nel Parlamento, la più alta Istituzione di questo Paese. Ci domandiamo, dunque, dove siano i limiti di questa classe politica che ogni giorno continua a oltraggiare la storia d’Italia e di tante donne con la propria inadeguatezza. In un Paese normale Pagano sarebbe accompagnato alla porta: ne chiediamo a gran voce le dimissioni”.