Il salotto de La Volta Buona ha accolto oggi una voce indimenticabile, iconica; stiamo parlando di Silvia Salemi che per anni ha incantato gli appassionati con il suo talento per poi scegliere, come da lei raccontato, di dedicarsi unicamente alla costruzione della sua splendida famiglia. Una scelta ponderata, testimoniata dalla presenza in studio anche delle sue figlie, Sofia e Ludovica, che nel sorridere mettono in evidenza proprio l’amore ricevuto dai genitori.



“Mi ha stroncato la carriera quest’uomo”, ha affermato Silvia Salemi simpaticamente parlando di come abbia scelto la famiglia rispetto alla carriera insieme a suo marito Gian Marco Innocenti. I suoi Oscar sono oggi le due figlie, Sofia e Ludovica: “Mi sono fermata consapevolmente; volevo stare con le mie figlie nella loro crescita, non volevo che il loro percorso mi fosse raccontato da una tata… Ci sono tante rinunce da fare e non me la sono sentita, volevo che parlassero la mia stessa lingua”.



Silvia Salemi a La Volta Buona: “Con mio marito Gian Marco Innocenti è stato colpo di fulmine…”

A prendere la parola è poi Sofia, una delle figlie di Silvia Salemi: “Com’è mamma? Io dico solo che tutte le sere che esco ricevo circa 10 chiamate anche se esco solo per un paio d’ore. Non va a dormire finchè non torniamo a casa, però è una cosa bella”. Riprende il racconto la cantante che racconta la bellezza del suo amore per il marito Gian Marco Innocenti partendo dalla genesi del primo incontro. “Io pensai ‘Se mi sorride lo sposo’ e lui pensò la stessa cosa; un vero e proprio colpo di fulmine. Lui è venuto fino in Sicilia per chiedere la mia mano a mio padre, lui rispose: ‘Ma magari te la prendi!’ e lui nonostante ciò mi ha sposato”.



Trattiene a fatica le lacrime Silvia Salemi quando – a La Volta Buona – racconta del dolore per la perdita di sua sorella soli 5 anni a causa della malattia. “La terapia della mia vita, il canto mi ha salvato da un silenzio che avevo stabilito dal patto con mia madre quando ho saputo che mia sorella sarebbe morta per la leucemia. Ho puntato dritto alla voce per riscattare il mio dolore e soprattutto quello di mia madre; è un dolore che per quanto puoi provare a spiegare è talmente contro natura che è giusto rimanga solo una sensazione…”.