Silvia Salis, vicepresidente del Coni e atleta di spicco nella nazionale italiana del lancio del martello, è stata ospite oggi negli studi di Uno Mattina in Famiglia. Le prime parole sono per il suo primo romanzo, ‘La bambina più forte del mondo’: “E un romanzo in parte autobiografico – racconta l’ex atleta – per ragazzi, perchè credo che siano le nuove generazioni quelle che devono crescere senza ambizioni di genere, qualsiasi cosa vogliono fare non devono pensare che sia per maschi o per femmine, e lo stesso vale per lo sport che è un mezzo eccezionale per veicolare messaggi di parità di genere”.
In studio chiedono come mai Silvia Salis si sia approcciata proprio al lancio del martello: “Il lancio del martello non è uno sport mainstream – replica – io sono la figlia di un custode di un campo d’atletica di Genova, quindi ho iniziato a praticare un po’ di specialità fino a quando sono arrivata al lancio del martello a12/13 anni. La capa tosta – aggiunge scherzando – non è cambiata nel corso del tempo. Lo sport ti insegna a programmare che da giovani è un concetto… lavori oggi per qualcosa che succederà fra anni e ti insegna a pianificare la vita che è fondamentale”.
SILVIA SALIS: “PER IL CONI E’ UN MOMENTO D’ORO”
Si parla ovviamente anche di sport e del momento magico che sta vivendo l’Italia ormai da diversi mesi a questa parte: “Per il Coni è un momento d’oro – racconta Silvia Salis – si è parlato della grande estate d’oro ma si sta prolungando anche in inverno. Era importante avere un ottimo risultato come quello che stiamo avendo – dice riferendosi alle Olimpiadi invernali di Pechino – visto che saremo il Paese che ospiterà le prossime olimpiadi e questo medagliere rosa è un motivo di orgoglio in più, segno che i tempi si stanno evolvendo, forse ancor di più della totale parità di genere”.
Chiusura dedicata al covid: “Io non posso dire di aver pagato un prezzo perchè non ho perso nessuno, è stato un periodo molto duro così come lo è stato per lo sport italiano, per palestre, piscine, che hanno chiuso e riaperto poi richiuso, storie di difficoltà economica. Le persone hanno avuto problemi che mai pensavano di avere, anche persone benestanti”.