Numero 2 del Coni, Silvia Salis si è raccontato a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. L’ex olimpionica del lancio del martello ha trattato diversi argomenti e non poteva mancare qualche battuta sull’amore con Fausto Brizzi. In particolare, la 37enne ha parlato della vicinanza degli amici veri all’epoca delle accuse di molestie sessuali: “Chi conosce bene Fausto non ha mai creduto a una parola di quelle accuse. E nemmeno io. Quando sono entrata nella sua vita, quei fatti erano già avvenuti, anche se lui era ancora comprensibilmente scosso. Se avessi dato retta ai pregiudizi e ai pettegolezzi — al di là delle inchieste — oggi non sarei la moglie felice che sono. Ho sempre avuto fiducia in lui e infatti ho avuto ragione”.
Silvia Salis ha ripercorso la storia d’amore con Fausto Brizzi e ha ricordato il primo incontro, avvenuto a una festa della Federazione di Atletica: “Mi vede, parliamo tre minuti, poi lui va dalla persona che ci aveva presentati e dice: “Quella donna sarà mia moglie”. Certo, come no, ho pensato io. E l’ho fatto aspettare un mese prima di uscire a cena con lui. Ma il giorno dopo il nostro primo appuntamento, mi manda a casa due biglietti per un concerto di Paolo Conte, in programma sei mesi dopo. Con un biglietto: “È il tuo cantautore preferito, puoi andarci con chi vuoi ma io sono sicuro che ci andremo insieme””.
Silvia Salis a tutto tondo
Silvia Salis si è poi soffermata sulla sua carriera nel Coni, dove è vice presidente vicaria, rimarcando la diffidenza da parte di molti: “Quando sono stata nominata avevo 35 anni e c’erano persone molto più grandi di me che aspettavano da tempo il loro turno. Li capisco, però mi fa piacere che oggi molti mi dicano che all’inizio hanno storto il naso ma poi si sono ricreduti perché sto facendo bene”. Tanti hanno cambiato, idea, dunque, ma in quel mondo è necessario sapersi muovere e avere pazienza, ha aggiunto Silvia Salis: “Qualche suo collega mi chiede se mi aspetto di diventare presidente e io sorrido, perché pochi sanno come funziona il meccanismo elettivo del Coni. Complicatissimo. C’è una galassia di rappresentanti, non puoi fare “campagna elettorale”, devi avere una tua squadra. Un team di persone che ti appoggiano e poi da lì cominciare a muoverti”.