Continua il dibattito sull’apertura della moschea in via Novara a Milano, la Lega continua a dare battaglia. E a farne le spese è una delle esponenti del Carroccio più attive sul dossier, ovvero Silvia Sardone. L’eurodeputata e consigliera comunale a Milano si è scagliata contro la decisione della giunta di Sala di concedere uno spazio in via Novara per sopperire all’indisponibilità del Palasharp causa ristrutturazione, ma è finita vittima dell’odio in rete…



Come spiegato dai colleghi de Il Giornale, Silvia Sardone nel corso delle ultime settimane ha ricevuto insulti e minacce di morte sui social network. Come ricostruito dalla stessa leghista, negli ultimi tempi si sono susseguite «violentissime minacce di morte, inviti a sgozzarmi, stuprarmi, uccidermi in casa», senza dimenticare «lodi al terrorismo e alla guerra santa».



MOSCHEA MILANO, SILVIA SARDONE MINACCIATA DI MORTE

Silvia Sardone, nel denunciare il triste accaduto, ha mostrato una serie di messaggi che le sono arrivati nell’ultimo periodo a causa della sua opposizione contro la moschea in via Novara a Milano: «Puttan* di merd*, giuro ti entro in casa e ti ammazzo», «Fuoco alle chiese», «Ragazzi tranquilli, quando noi avemo realizzato tutto quello che stiamo sognando inchallah, lei sarà già in una bara». Ma non solo, Silvia Sardone è stata attaccata anche per la sua fede cristiana: «Zia fai una cosa, prendi la tua croce di merd* e…». Nonostante insulti e minacce di morte, Silvia Sardone continua la sua battaglia: «Da tempo denunciamo il lassismo di fronte al fenomeno delle moschee abusive, spesso in sottoscala o locali non adeguati, su cui l’amministrazione a guida Pd non interviene alimentando evidenti rischi di sicurezza. Sono luoghi di cui non si conoscono i finanziamenti, non si sa cosa viene predicato, non si sa nulla su chi li frequenta. Le cronache hanno riportato negli anni anche collegamenti con realtà terroristiche».

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