“SILVIA TORTORA, UNA VERA DONNA DI CULTURA”

Anche il mondo della politica non si è negato al ricordo di una protagonista della tv di qualche anno fa, soprattutto di una donna che ha saputo assieme alla sorella Gaia incarnare la lotta per un garantismo sano in un’Italia che purtroppo dal dramma di Enzo Tortora non ha saputo fare grandi passi avanti.



La morte di Silvia Tortora viene così ricordata, tra i tanti messaggi arrivati, dal Governatore della Regione Veneto Luca Zaia: «Il giornalismo italiano di qualità perde una dei suoi migliori interpreti. Con Silvia Tortora se ne va una brava giornalista, un’ottima scrittrice, ma anche una testimone equilibrata e corretta di una fase storica difficile come fu quella della condanna al padre Enzo Tortora e la sua morte». Per il Presidente leghista la figura di Silvia Tortora rappresenta non solo quella di un’ottima professionista, ma «di una donna di cultura a tutto tondo. Mancherà a tutti coloro che apprezzano la serietà, la professionalità, e l’umanità che ha caratterizzato una vita stroncata troppo presto». Chi ha lavorato a stretto contatto con la figlia di Enzo Tortora è la giornalista Rai Annalisa Bruchi: «era una donna davvero unica, estremamente intelligente, spiritosa, simpatica. Era una grande creativa e una grande autrice televisivo», spiega la conduttrice di “ReStart” all’Adnkronos, «Adesso – conclude Bruchi – la voglio ricordare con le nostre risate, abbiamo passato un periodo meraviglioso. Abbiamo realizzato insieme un bellissimo servizio sulla storia di ‘Portobello’ e del padre Enzo Tortora a ‘La storia siamo noi’, che si chiudeva con un’intervista di Giovanni Minoli proprio a Silvia. Un momento toccante che custodisco gelosamente».



IL DOLORE DI GIOVANNI MINOLI

Un dolore enorme per i tanti che hanno conosciuto e ammirato la prosa originale e “sofferta” di Silvia Tortora, scomparsa a soli 59 anni dopo una vita fatta di battaglie per la “causa” del garantismo.

«Una notizia che mi ha lasciato davvero senza parole, era una gran bella persona, solare e disponibile oltre che un’ottima professionista» ha spiegato Giovanni Minoli all’Adnkronos, con Silvia ideatore di programmi storici come “Mixer” e “La storia siamo noi”. È stato però con ‘Big’, spiega ancora Minoli, che sono riusciti a convincere la giornalista a «tornare al lavoro dopo che si era ritirata da tutto. Era una trasmissione in cui si facevano delle interviste con una doppia chiave: quella personale e psicologica e quella politica. Lei faceva le interviste in chiave politica. Ha partecipato per due stagioni, la terza non ha voluto più farla, era diventato difficile anche rapportarsi con lei, era come se si fosse ritirata dalla vita, probabilmente per questioni personali legate alla sua famiglia». Minoli ha confermato che Silvia Tortora stava male da almeno un anno ma non sa di preciso di cosa possa essere morta: «Stiamo preparando un ricordo di lei riproponendo la sua testimonianza sul caso Tortora». Il conduttore di “Quarto Grado” Gianluigi Nuzzi, con un lungo post su Instagram, dà commiato alla collega che tanto ha ammirato nel corso della sua carriera: «grazie Silvia. Ricordo Ponza, ricordo i nostri incontri romani, ricordo te soprattutto che ti eri messa a difesa proprio dell’identità di un padre ucciso dalla malagiustizia, giustamente intollerante sulle misere speculazioni di chi spendeva male il vostro cognome per professarsi innocente. Tortora. Se oggi sono quello che sono lo devo anche soprattutto alle forze che mi hanno formato. Enzo prima e poi tu sicuramente eravate tra queste».



È MORTA SILVIA TORTORA A ROMA: AVEVA 59 ANNI

Notizia triste nel mondo della tv e del giornalismo: è morta Silvia Tortora, la prima figlia del grande conduttore e giornalista Enzo Tortora (avuta dalla seconda moglie Miranda Fantacci). Sono ancora pochissime le informazioni filtrate dalla famiglia in profondo lutto, quello che è noto è che Silvia Tortora versasse da giorni in condizioni di salute molto serie.

A comunicare come è morta ci ha pensato l’ANSA spiegando che la giornalista e autrice tv è mancata, a soli 59 anni, stamane in una clinica di Roma dove era ricoverata. Silvia Tortora lascia la famiglia, in particolare la sorella minore Gaia (giornalista anche lei, volto noto del TgLa7) e il marito attore Philippe Leroy, sposato nel 1990 e da cui ha avuto due figli Michelle e Philippe. Fin dalla giovane età, dopo la tremenda vicenda giudiziaria che colpì il padre, Silvia intraprese la carriera di giornalista iniziando a collaborare con Giovanni Minoli per “Mixer” e poi per “La storia siamo noi”, realizzando diverse grandi inchieste (tra cui, Mia Martini, Renato Vallanzasca, Francesco Totti e, ovviamente, la storia di papà Enzo Tortora).

LA LOTTA DI SILVIA TORTORA PER LA VERITÀ SUL PAPÀ ENZO

Proprio in memoria dell’amato papà, Silvia Tortora per anni si dedicò anima e corpo a ripercorrere tutte le tappe del clamoroso e indegno “errore giudiziario” che rovinò per sempre la vita di Enzo Tortora. In occasione del 30esimo anniversario della morte del padre, Silvia all’ANSA spiegò con schiettezza, «Dal mio punto non è cambiato nulla: sono 30 anni di amarezza e di disgusto». Si aspettava una riforma piena della giustizia affinché non potesse più accadere quanto avvenuto col padre: «invece non è accaduto. I processi continuano all’infinito. Anzi in 30 anni c’è stata una esplosione numerica». Ha descritto la morte del padre come un “sacrificio”, in quanto «Enzo è stato prelevato dalla sua vita senza che venisse aperta una Commissione d’inchiesta, senza che nessuno pagasse per quell’errore. Anche se penso che Enzo se ne sia andato troppo presto, è meglio che non veda questo schifo. A cosa è servito il suo sacrificio? La potenza del dolore e dell’ingiustizia ha provocato un solo effetto: la sua morte». Silvia Tortora ha pubblicato anche diversi libri tra cui “Cara Silvia” (Marsilio 2002) che raccoglie tutte e lettere che il padre Enzo le scrisse dal carcere.