Silvio Berlusconi sarà dimesso dal San Raffaele di Milano, dove si trova ricoverato per la positività al coronavirus. Oggi dall’Irccs non dovrebbero arrivare nuovi bollettini sulle condizioni di salute del leader di Forza Italia, ma non mancano le indiscrezioni. Berlusconi ha trascorso un’altra notte in ospedale, la nona se si considera il suo arrivo tra il 3 e 4 settembre. Secondo quanto appreso dall’AdnKronos Salute, la notte è trascorsa tranquilla e il quadro clinico resta quello confermato dal professor Alberto Zangrillo, responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e cardiovascolare del San Raffaele e medico personale del leader di Forza Italia. Silvio Berlusconi sarà dimesso i primi giorni della prossima settimana, tra lunedì e martedì. Intanto fanno discutere le dichiarazioni che Alberto Zangrillo ha rilasciato a Piazzapulita giovedì: «Se Silvio Berlusconi avrebbe preso il coronavirus a marzo, sarebbe morto».



SILVIO BERLUSCONI VERSO DIMISSIONI: PARLA VERGALLO

Sulle dichiarazioni di Alberto Zangrillo in merito alle condizioni di Silvio Berlusconi è intervenuto Alessandro Vergallo, presidente di Aaroi-Emac, l’associazione nazionale degli anestesisti rianimatori ospedalieri di cui fa parte anche il professore del San Raffaele che ha in cura l’ex premier, Zangrillo appunto. Intervenuto a Repubblica, Vergallo ha spiegato che il coronavirus «resta letale ma si muore meno», grazie a «diagnosi precoci e terapia mirate». Inoltre, ritiene che sia sbagliato affermare che il coronavirus sia “indebolito”. «Non abbiamo alcun dato che ci consenta di affermare scientificamente che sia più debole. Non c’è alcuna differenza tra i casi clinici che ricoveriamo adesso e quelli di marzo. Il calo degli accessi in rianimazione non è dovuto a un indebolimento del coronavirus». E sulle condizioni di Silvio Berlusconi ha concluso: «Fare una prognosi retrospettiva mi sembra un po’ un azzardo dal punto di vista scientifico».

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