L’Italia ha bisogno di tre grandi riforme strutturale, il Recovery Plan rappresenta davvero una grande occasione: così Silvio Berlusconi nella lunga lettera inviata a Il Sole 24 Ore. Il leader di Forza Italia ha acceso i riflettori sulle proposte messe sul tavolo dal suo partito, «propedeutiche al resto»: parliamo della riforma della pubblica amministrazione, della riforma del fisco e della riforma della giustizia.



Senza questi tre interventi, secondo il Cavaliere, «l’Italia non potrà mai proiettarsi davvero verso la modernità», considerando l’importanza della sfida offerta dal Recovery, quella di «coniugare riforme oramai improcrastinabili come precondizione dalla quale far discendere i progetti da finanziare con le risorse a disposizione». Silvio Berlusconi ha poi proseguito: «È necessario un cambio di paradigma nel rapporto fra pubblico e privato, basato sulle centralità della persona soggetto di diritti e di beni che lo Stato può sottrarre solo con limiti rigidi e per ragioni di stretta necessità».



SILVIO BERLUSCONI: “GOVERNO DISPERSIVO”

Silvio Berlusconi ha invocato una riforma della pubblica amministrazione basata sulla semplificazione, sulla digitalizzazione e sul risarcimento dei ritardi nei pagamenti. La riforma fiscale deve poggiare sulla pace fiscale tra Stato e imprese, ma anche sull’ormai celebre flat tax. Fari puntati anche sulla giustizia, come dicevamo: «Il rafforzamento dell’organico dei magistrati togati, la crescita dell’informatizzazione, gli investimenti funzionali alla creazione di sezioni specializzate sono condizioni essenziali per avere una giustizia più efficiente, più rapida e quindi più equa».



Silvio Berlusconi ha poi posto l’accento sugli interventi a favore dei giovani e della natalità, senza dimenticare il sostegno alle imprese con una «nuova rivoluzione industriale». Duro, infine, il giudizio sul Governo a proposito della gestione dei fondi del Recovery: «Non è dato sapere come intenda utilizzarli il governo Conte, ammesso che il suo percorso continui, ma è lecito pensare che la strada scelta sia quella della spesa dispersiva e orientata al consenso».