Dall’operato del governo Draghi ai dossier più roventi, Silvio Berlusconi a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Giornale. Il leader di Forza Italia ha subito elogiato il cambio di passo registrato con Mario Draghi, un governo di unità nazionale che il Cavaliere per primo ha chiesto e invocato: «Il Paese aveva bisogno di una soluzione di emergenza di fronte ad una crisi senza precedenti. La svolta c’è stata, sia sul piano sanitario sia su quello economico, ma purtroppo la ripresa sarà lunga e difficile».



Silvio Berlusconi si è poi detto soddisfatto dell’operato dei ministri di Forza Italia, considerati fra i migliori del governo Draghi. Poi sulle riforme di fisco e giustizia, l’ex premier ha spiegato che Salvini ha messo in risalto le differenze con la sinistra, ma anche che le riforme sono necessarie per uscire dalla crisi: «Senza queste riforme non si prenderebbero neppure i miliardi del Recovery Plan».



SILVIO BERLUSCONI: “DDL ZAN GRAVE ERRORE”

Passando al dossier tasse, Silvio Berlusconi ha rimarcato che la questione fiscale rimane il tema decisivo per il futuro dell’Italia, impossibile ripartire con il 60% di imposte. Per questo il Cavaliere è pronto a lanciare raccolte firme ai gazebo in tutta Italia. Secco no, inoltre, alla tassa di successione proposta da Enrico Letta. Non poteva mancare un riferimento all’operazione Toti-Brugnaro: «Mi ha rattristato, perché fa l’opposto di quello che sarebbe necessario: unire le forze per rilanciare una grande area liberale, cattolica, europeista, garantista, di governo del Paese. […] Per noi cambia poco, ma mi dispiace che alcuni amici parlamentari di Forza Italia si siano prestati ad una delle tante operazioni di palazzo, senza seguito nel Paese, che non li porterà da nessuna parte». Silvio Berlusconi ha poi parlato del ddl Zan e lo ha definito un grave errore, considerando che non allarga la platea dei diritti e pone una grave questione di libertà: «La difesa della famiglia tradizionale proposta come valore, o l’opposizione a pratiche come la maternità surrogata, potrebbero essere definite come atti di discriminazione e quindi diventare perseguibili. Come minimo, si lascia una discrezionalità interpretativa che sarà fonte di un contenzioso infinito e pericoloso. Per questo non la possiamo certamente votare».