Silvio Berlusconi torna alle origini e fa “suo” il progetto di Presidenzialismo, da sempre cavallo di battaglia fin dagli albori della prima Forza Italia: collegato con Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, l’ex Premier annuncia «Giorgia, attendo di sapere quando potrò venire a firmare la vostra petizione per l’elezione diretta del capo dello Stato».
Un Berlusconi in forma che riceve l’ovazione della platea di Atreju e della padrona di casa Giorgia Meloni, ad un mese quasi dall’elezione del nuovo inquilino del Quirinale dove, non è nascosto ormai, il Presidente di Forza Italia punta fortissimo la sua candidatura (anche se sempre ad Atreju il n.2 Antonio Tajani fa pretattica e afferma, «al Quirinale non ci si candida. E Berlusconi non si è mai candidato»). Il legame tra Giorgia e Silvio è parso sempre più stretto, chissà se proprio con l’ottica interessata del Colle: nel frattempo l’altro alleato, Matteo Salvini, raccoglie l’invito e afferma, «Presidenzialismo, federalismo e riforma della giustizia: su queste basi il centrodestra può lavorare unito per modernizzare il Paese». Lorenzo Cesa, intervenuto subito dopo Berlusconi ad Atreju, lancia un appello non solo alla sua Udc ma a tutta la coalizione: «Se Berlusconi si candiderà, e noi sappiamo che lo farà, noi abbiamo un dovere nei suoi confronti che è stato fondatore del centrodestra. Faccio quindi un appello a Meloni e Salvini per lavorarci su e indicare Berlusconi candidato al Colle».
BERLUSCONI: “CENTRODESTRA PRONTO A GOVERNARE NEL 2023”
Non solo, il fedelissimo di Meloni alla Camera Giovanni Donzelli ai media presenti ad Atreju conferma il plauso alle parole di Berlusconi sul presidenzialismo: «Noi abbiamo molto apprezzato che Berlusconi verrà a firmare la nostra petizione per l’elezione diretta del Capo dello Stato. Se ci fosse stato il presidenzialismo non avremmo avuto alcun problema a far campagna elettorale per lui. Oggi diciamo: se c’è la garanzia dell’unità del centrodestra siamo pronti a partire dall’ipotesi Berlusconi». «Il centrodestra per tutti noi è una scelta di campo irreversibile», ha poi detto il Cavaliere alla platea di Atreju per la festa dei Conservatori, «dal 1994 è iniziato un cammino che dura da quasi 28 anni e che costituirà il futuro della politica italiana». Tradotto in parole semplici, Berlusconi continua a ribadire agli alleati che per le prossime Elezioni politiche nel 2023 si punta dritto ad un Governo di Centrodestra, senza più altri esecutivi di unità nazionale: «Non ho dubbi che le idee migliori siano le nostre. Quelle con le quali abbiamo governato insieme l’Italia, quelle con le quali governiamo oggi la maggioranza delle Regioni. Le idee con le quali nel 2023 centrodestra si candida a tornare alla guida del Paese. Il centrodestra è una coalizione plurale ma coesa». Chiosa finale in cui Berlusconi ammette le distanze da Fratelli d’Italia, ma apprezza comunque l’opera di opposizione (altro “occhiolino” strizzato in ottica Colle?): «Non voglio ignorare le cose che ci dividono, abbiamo un giudizio diverso sul governo Draghi che Forza Italia ha voluto e sostiene con convinzione e a cui voi legittimamente vi opponete. Credo che nessuno possa negare almeno un aspetto positivo di questa stagione difficile: tutte le forze stanno svolgendo un ruolo importante nel Paese, voi conducete un’opposizione seria e responsabile, all’altezza della gravità del momento, pur non rinunciando al sogno di una svolta. Non è questa la sede per discutere le ragioni di queste scelte, che meritano entrambe profondo rispetto».