Silvio Garattini, da sessant’anni alla guida dell’Istituto Mario Negri, si racconta al Corriere della Sera. I dipendenti sono “Più di 900” mentre “L’istituto costa 32 milioni l’anno”. I soldi arrivano da “Bandi dell’Ue e di enti, fondi ministeriali, lasciti, donazioni, 8 per mille”. L’istituto fa “Ricerca sui medicinali e formazione. È la più grande fondazione di farmacologia che esista al mondo”. Il tutto, però, cominciò nel 1963 grazie a Mario Negri, un gioielliere che lasciò in eredità all’istituto l’equivalente di 14 milioni.



Come spiega il medico, “Per mantenerci indipendenti, non brevettiamo. Eliminando la metà delle medicine in commercio, per i malati non cambierebbe nulla e risparmieremmo 4-5 miliardi di euro su un’uscita annua di 22. Basterebbe rivedere il prontuario terapeutico, mai aggiornato dal 1993”. Il riferimento è a “Dimagranti, antiossidanti, epatoprotettori, immunostimolanti, vasodilatatori, anti-radicali liberi, vitamine per la memoria, integratori alimentari a base di minerali, amminoacidi ed erbe”. 



Garattini: “Il mio segreto? Buone abitudini di vita”

A 92 anni, Silvio Garattini è ancora in forma. Il segreto? “Buone abitudini di vita. Non fumo, non bevo alcolici, cammino 30 minuti ogni sera”. Di farmaci, non ne prende, nonostante sia a capo di un’azienda che fa ricerca sui medicinali. “Neppure l’aspirina. In caso di tumore accetterei la chemio, nonostante i danni collaterali che provoca”. E quando gli chiedono che senso ha studiare le medicine se non ne prende, lui dice: “Serve a chi ne ha bisogno”. 

Parlando di sedazione profonda, Garattini spiega: “È certamente un modo per porre termine alla vita. Purtroppo non abbiamo cure palliative buone e diffuse. Il Mario Negri è gemellato con la Fondazione Via di Natale, che ad Aviano ha un hospice per malati terminali di tumore. In 20 anni ne abbiamo accolti 2.800. Nessuno ci ha mai chiesto di morire, perché era assistito dai volontari e liberato dal dolore. Quando non è possibile togliere la sofferenza, la sedazione profonda diventa un atto d’amore”.