La somministrazione della terza dose continua a far discutere nei salotti della televisione italiana. All’indomani dal via della campagna per i fragili e gli immunocompromessi c’è ancora chi si interroga sull’utilità di estendere il richiamo della somministrazione alla restante parte della popolazione italiana, con professore Silvio Garattini che ospite di Tagadà su La7 ha spiegato: “Dobbiamo essere attenti, se oggi è giustificata la somministrazione della terza dose a chi ha avuto trapianti o è in trattamento chemioterapico è dovuto al fatto che sappiamo positivamente che solo una piccola percentuale di queste persone hanno avuto una protezione, dare una terza è evidenza che non c’è la sicurezza di copertura per loro. Andiamo con tutta la cautela del caso“.
Il presidente e fondatore dell’Istituto Mario Negri, rispondendo alle domande della conduttrice Tiziana Panella ha aggiunto: “Chi non è vaccinato rischia, tutti i dati lo dimostrano. Non bisogna dimenticare che anche i vaccinati possono avere dei problemi, ma perché non esiste il farmaco che agisce al 100%, esiste sempre quel 10% che non ha risposta e si tratta di casi singoli e isolati. È disonesto sfruttare questi casi per dire che il vaccino non funziona. 120 giorni di copertura non è una notizia certa, perché non si hanno informazioni di numeri e tempi per poter dire questo. Gli ultimi dati indicano 6 mesi di protezione, circa 180 giorni, ma non è detto che la terza dose permetterà di allungare tanto in più. Mi spiego: di certo coprirà ancora per altri mesi, ma non è detto che andrà a potenziare le dosi già fatte. Aggiunge un pezzo di protezione, ma non moltiplica la precedente. Lo scopriremo col tempo, ma non è il momento per tutti“.
Vaccini, tante domande: le risposte di Silvio Garattini
Nel corso della trasmissione Tagadà, in onda su La7, il professore Silvio Garattini ha risposto alle domande della conduttrice Tiziana Panella e si è soffermato anche a dare risposte agli interrogativi di alcuni telespettatori. Tra questi chi gli ha chiesto della dose per chi ha già avuto il Covid: “Anticorpi alti e niente vaccino? Non è vero, dopo 6 mesi dalla guarigione dal Covid è assolutamente consigliabile fare una dose, l’idea è che una possa bastare. I livelli di anticorpi aumentano quando si unisce il trattamento a quanto successo in fase di malattia. Il vaccino è ritenuto valido per un anno da quando è stato fatto, non bisogna porre accento sugli anticorpi perché l’immunità non è solo quella. Ci sono tanti fattori che entrano in gioco, ma la risposta immunitaria non è solo quella”.
Poi la risposta ai dubbi sulla vaccinazione per le donne incinta: “Se all’inizio ci potevano essere dei dubbi, oggi sono inesistenti perché la stragrande maggioranza delle donne incinta che si sono vaccinate non ha avuto particolari problemi. C’è molta letteratura scientifica che un contagio in gravidanza può dare notevoli conseguenze al neonato, sul vaccino non ci sono controindicazioni. Chi non accetta la letteratura scientifica dovrebbe essere messo sotto giudizio dall’ordine dei medici”. Il farmacologo di fama mondiale ha poi detto la sua sul Green pass: “È frutto di negoziazione politica e non di conoscenza scientifica, mettere alla pari tampone e vaccino non ha senso. Sono cose diverse, il tampone fotografa e il vaccino protegge”.