«La terza dose deve seguire un po’ l’andamento della situazione: è difficile fare indovini, tutti speravamo che si dovessero vaccinare solo quelli ad ampio rischio, perché avevamo visto una diminuzione dei contagi. Ma questa non è andata avanti per molto, ora siamo in una fase di aumento e questo è un incentivo a pensare che bisogna vaccinare anche quelli che non sono fragili, ma anche coloro che hanno meno anni»: questo il giudizio di Silvio Garattini.
Il celebre farmacologo, intervenuto ai microfoni di Tagadà su La7, ha spiegato che bisogna fare attenzione soprattutto a coloro che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose: «Io penso che abbiamo molto da fare per fare vaccinare quelli che non si sono vaccinati del tutto. Così stiamo spostando l’attenzione per evitare il problema principale. La platea su cui può circolare il virus è ancora molto importante: i contagi che osserviamo non è che siano tutti, sono 300-400 mila i tamponi ma ci sono 5-6 milioni che non si sono vaccinate e altri 5 milioni di persone vaccinate ma che non sono immunizzate. E abbiamo i ragazzi che non si sono vaccinati: ci sono milioni di persone senza copertura. Sui bambini non ci sono indicazioni – ha puntualizzato Silvio Garattini – finchè l’Ema non stabilisce che i dati sono a sostegno della vaccinazione, non si possono vaccinare».
SILVIO GARATTINI: “”
Dopo una battuta sulla pluralità di voci sulla necessità di vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni – «Sono opinioni personali, ma ci vuole un criterio che dipende da quello che verrà deciso dal Cts. Purtroppo tutti questi che dicono bisogna farlo o non bisogna farlo creano confusione: servirebbe fare silenzio. Tante voci finiscono per contraddirsi e creano confusione, questo purtroppo è quello che sta succedendo» – Silvio Garattini ha aggiunto sulla terza dose: «Probabilmente si procederà per scaglioni, andando indietro rispetto all’età. Esame sierologico prima della terza dose? Non serve a niente, perché gli anticorpi sono una parte dell’immunità. E’ la memoria quella che conta: se dura, ogni volta che c’è l’infezione si risponde con anticorpi e cellule che agiscono sul virus».