Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, è intervenuto sulle colonne dell’edizione di martedì 17 agosto 2021 del quotidiano “Il Mattino”, parlando dei vaccini, del Green Pass e del ritorno sui banchi degli studenti italiani tra meno di un mese. L’esperto, nel ricordare che sono state censite 900 varianti del virus SARS-CoV-2, ha chiarito che in futuro potrà esserci certamente necessità di un nuovo vaccino, alla luce della nascita di nuove varianti, capaci di resistere agli attuali preparati. Per questo motivo, oggi, “bisogna vaccinare l’intera popolazione mondiale, altrimenti la globalizzazione contribuirà alla diffusione di mutazioni magari nate lontano da noi”.



Per ciò che concerne i ragionamenti relativi all’inoculazione della terza dose del siero anti-Covid, il professore ha ricordato che essa è in fase di studio in America ed è prevista per coloro che hanno avuto un trapianto d’organo o sono malati oncologici e quindi sono sottoposti a terapie immunosoppressive, dal momento che le due dosi li proteggono solo in modo parziale. Per tutte le altre persone, saranno gli studi a dire se sarà necessario fare ricorso alla terza dose: “Ad oggi sappiamo che la copertura dura almeno nove mesi e il ciclo completo è efficace anche contro la variante Delta. Tutto sta a capire il lasso di tempo nel quale si è protetti”.



SILVIO GARATTINI: “LA DIDATTICA IN PRESENZA È A RISCHIO”

Nel prosieguo dell’intervista rilasciata ai colleghi de “Il Mattino”, Silvio Garattini ha affermato che la variante Delta circola molto tra i giovanissimi e, in tal senso, c’è una “forte preoccupazione, perché, se ci saranno dei contagi e sarà necessario mettere in atto le quarantene, la scuola rischia di vedere interrotta la continuità scolastica” e il ritorno alla Dad. Di conseguenza, è necessario “vaccinare studenti e professori”.

Capitolo Green Pass e durata vaccinale: a settembre cominceranno a scadere i nove mesi per il personale sanitario e “al massimo entro i primi di ottobre bisognerà capire la durata della protezione vaccinale. Qualora essa duri oltre i nove mesi, sarà prolungata in automatico la validità della certificazione verde. Gli esami sono in corso e va considerata una risposta in maniera globale, che tenga conto non solo degli anticorpi, ma anche dei macrofagi, delle cellule della memoria cellulare e dei linfociti T”.