Silvio Orlando è stato premiato come migliore attore protagonista ai David di Donatello 2022 per il ruolo interpretato in “Ariaferma”. È la terza statuetta per il celebre artista, che può vantare un totale di dodici candidature. “Non ci credo, se inizio a piangere non mi fermo più. Non me lo aspettavo”, ha detto dopo essere salito sul palco per ritirare l’onorificenza. “La mia prima candidatura è stata nel ’91 e non conoscevo nessuno, adesso conosco metà sala. Tutti amici e colleghi, tra cui Paolo Sorrentino. Ne sono grato. Amo tutto questo, spero di continuare così”.



Poi i ringraziamenti: “Vorrei dedicare questo premio a mia moglie Maria Laura, sta bene, non è morta, ma è la persona migliore che abbia mai conosciuto in vita mia. Vorrei ringraziare Toni Servillo senza il quale non sarei qui, Leonardo Di Costanzo che in qualche modo mi ha costretto a fare questo film. Non lo volevo fare, non mi sentivo all’altezza”. (Agg. di Chiara Ferrara)



Chi è Silvio Orlando

Definire Silvio Orlando come uno degli attori che ha scritto la storia del cinema non può essere certamente azzardato. Nel corso della sua lunga carriera l’artista si è fatto apprezzare per la sua versatilità, che lo ha portato a collaborare con alcuni tra i registi più importanti, basti pensare a Gabriele Salvatores, Nanni Moretti, Michele Placido, Dario Lucchetti, Carlo Mazzacurati e Pupi Avati.

E con un curriculum così importante non sono mancati i riconoscimenti: la Coppa Volpi, conquistata alla 65esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia per la migliore interpretazione maschile e il Premio Pasinetti al miglior attore per “Il papà di Giovanna“. A questi si aggiungono 2 David di Donatello, 2 Nastri d’argento, un Globo d’oro e 2 Ciak d’oro.



Silvio Orlando e l’amore per il cinema: anche per lui tanti alti e bassi

I successi di oggi permettono a Orlando di apprezzare ancora di più il periodo della sua carriera in cui tutto sembrava non andare per il verso giusto. E’ stato lui stesso a confermarlo, ben felice della popolarità che ha ottenuto all’estero grazie alla serie “The Young Pope“, al fianco di Jude Law diretta da Paolo Sorrentino.

Mi sento in un momento strano, a ridosso di un periodo in cui avevo praticamente smesso di fare cinema. Bisogna tenere duro: un minuto c’è la consacrazione e poi finisce tutto – ha deto in un’intervista a ‘Il Messaggero’ -. Con Paolo l’incontro è arrivato quasi fuori tempo massimo: aveva fatto film con tutti, pure con mia moglie (Maria Laura Rondanini, ndr). Ma quella era tv. Il cinema mi aveva dimenticato”.