Silvio Orlando è tornato al cinema e l’ha fatto ancora una volta alla grande. Protagonista indiscusso dell’ultima edizione del Giffoni Film Festival, l’attore è stato inondato dall’affetto dei giovani e non solo e durante l’evento cinematografico è stato premiato con un importantissimo riconoscimento. E’ un periodo di grandi soddisfazioni per l’attore che, dalle pagine de Il Corriere della Sera, ha parlato della sua infanzia e delle difficoltà incontrate dopo la morte della mamma. Era un ragazzino quando improvvisamente ha dovuto dire addio alla mamma. “Per tanto tempo non ne ho mai parlato. Non riuscivo proprio. Il suo tumore era un tabù, era un richiedere pietà e condiscendenza, le cose che detesto di più… Le zie o pseudo zie che ti dicono chiamami mamma… Non ho mai ceduto a queste suggestioni” – ha raccontato l’attore che è rimasto orfano a soli 9 anni.



La morte della mamma ha segnato la sua vita. “Quando sono diventato orfano, a scuola le maestre mi alzavano i voti, le bambine mi davano i bacetti, i bambini mi hanno cominciato a considerare. Il giorno che in classe arrivò un altro orfano, il mio nuovo status scemò” – ha confessato l’attore.



Silvio Orlando: “il film ‘Il papà di Giovanna’ mi ha reso più sicuro”

Una carriera importante quella di Silvio Orlando che quest’anno è in gara con ben due film alla prossima Mostra Internazionale del Cinema Venezia. Proprio parlando di questo primato, l’attore ha rivelato dalle pagine del Corriere della Sera: “dai 30 ai 40 anni avevo già ruoli centrali, però mi sento più sicuro dopo la Coppa Volpi per Il papà di Giovanna di Pupi Avati e il cardinale di The Young Pope di Sorrentino, che ha segnato questa nuova fase. Funziona così, diventi più bravo e ci sono meno ruoli”.



Sulla collaborazione con il Premio Oscar Paolo Sorrentino ha precisato: “con Paolo devi stare attento a non rovinargli il film, che è tutto nella sua testa. Nanni non mi ha inventato come attore, ma non l’avrei fatto come l’ho fatto. Ha qualificato il mio percorso in modo clamoroso”. Infine l’attore si è anche sbottonato sulla politica dicendo: “storicamente, la sinistra si occupa dei sogni, che sono inadeguati mentre la destra dei desideri, più facili da realizzare. E’ complicato definirsi di sinistra: secondo quali parametri, quello di un sindacalista degli Anni 50, o di un attore del 2000? Alla fine cerchi di fare bene il tuo lavoro”.