Orlando, “attraverso i difetti ho scoperto la mia attitudine”

Silvio Orlando invitato al teatro Gobetti di Torino in occasione di un evento dedicato all’errore, dal titolo Come legni storti, in una conversazione con il curatore del festival del Circolo dei lettori Buonaiuto si racconta, parlando anche di alcune sue fragilità che per certi versi lo hanno portato a soffrire. Uno dei temi del dialogo è stato quello riguardante i difetti, il modo di affrontarli e anche di conviverci, nello Specifico Silvio Orlando parla della sua esperienza personale, parla del suo mestiere di attore e afferma di essere una professione molto complessa, che lo mette a dura prova e sotto stress, afferma anche di non avere una certa prestanza fisica, il cosiddetto physique du rôle ma sottolinea l’importanza dell’accettare i propri difetti e di non porre resistenza a questi stessi.



Continuando a parlare di difetti, Orlando afferma che quelli più difficili per lui da accettare e sopportare sono stati quelli fonetici, difetti che come dice il protagonista avrebbero potuto limitarlo nella sua carriera di attore ma non è stato così perchè, come riporta il Corriere della Sera, Orlando stesso dice «Poteva essere un handicap che mi impediva di fare questo mestiere. Attraverso di essa ho scoperto però la mia attitudine, il mio talento, la mia poetica, il mio demonio interiore, il daimon come lo chiamavano i greci.



Orlando, il bello di sbagliare

Continuando la conversazione con Buonaiuto, Orlando ha continuato ad aprirsi toccando anche corde molto intime della sua personalità, dando anche un monito a tutti coloro che vedono nei difetti dei grossi limiti, Orlando con la sua testimonianza ha voluto far sapere che dai limiti possono nascere grandi opportunità, così come è stato nel suo caso, lui stesso afferma di aver lavorato molto su se stesso. Scendendo più nel dettaglio della sua professione di attore ha parlato anche di ciò che lo ha sempre spaventato di più, affermando che la sua più grande paura è sempre stata quella di sbagliare la scelta di ciò che porta in scena, e alla domanda secca se gli fosse capitato risponde di sì, con l’ultimo lavoro I Ciarlatani, dichiarando di essere stato un lavoro molto imperfetto.



Orlando smentisce subito la teoria secondo la quale maturando e con l’esperienza, la paura di sbagliare svanisce, «Impossibile. Non succede mai. Sarebbe come dire: “Non ho paura di volare”. Troppo irrazionale», queste le sue parole riportate dal Corriere della Sera. Alla domanda sul perchè avesse scelto di leggere un racconto inedito di Vasilij Grossman, risponde in prima battuta perchè è stato un grande eretico e poi si rifà al 2017 quando portò in scena lo spettacolo La vita davanti a sé tratto dal romanzo La Vie Devant soi di Romain Gary definito illuminante.