Silvio Viale, ginecologo e politico con un ruolo come consigliere comunale a Torino, respinge ogni addebito dopo essere stato accusato di molestie da quattro giovani donne. Secondo le querele che queste ultime avrebbero presentato a suo carico, il medico le avrebbe sottoposte a palpeggiamenti e frasi esplicite durante le prime visite nel suo studio, perquisito nelle scorse ore dagli inquirenti alla ricerca di elementi utili alle indagini.



Silvio Viale, ricostruisce La Stampa che ha raccolto alcune sue dichiarazioni in merito alla delicata vicenda, risulta indagato per violenza sessuale proprio dopo quanto denunciato dalle quattro pazienti e ha parlato del caso con il quotidiano spiegando di non volersi difendere a mezzo stampa. Il professionista ha respinto l’accusa di essere un “molestatore” e ha aggiunto di non ricordare nessuna delle persone che lo hanno accusato di gravissime condotte durante il suo lavoro di ginecologo.



Silvio Viale si difende: “Sono molto diretto e informale con tutti”

Raggiunto al telefono dal quotidiano La Stampa, Silvio Viale ha respinto le accuse di molestie e ha fornito un ritratto di sé che tanti, a suo dire, a Torino conoscono: “Sono molto diretto e molto informale. Ma con tutti“. In un passaggio delle sue dichiarazioni, il ginecologo indagato per violenza sessuale dalla Procura del capoluogo piemontese non esclude un eventuale “fraintendimento”: “Non ho la minima di idea di chi siano queste ragazze. Non riesco davvero a collegare le situazioni. Probabilmente c’è un gap generazionale. Una volta c’era più apertura mentale, ora no. Non so nemmeno se dire di essere stato frainteso“.



Le accuse delle quattro giovani ex pazienti, che avrebbero età compresa tra i 20 e i 25 anni, invece sarebbero dettagliate e descriverebbero uno scenario opposto che vedrebbe il medico e politico nei panni del molestatore durante le visite ginecologiche a cui si sarebbero sottoposte nel suo studio torinese: palpelggiamenti non giustificati da fini clinici e frasi a sfondo sessuale, ricostruisce La Stampa, sarebbero tratti comuni al quadro di accuse delineato nelle rispettive querele.