Il processo per l’agguato a Simba La Rue di due anni fa si è concluso con quattro condanne per tentato omicidio. Per Samir Benksar, considerato il mandante della spedizione a casa dell’allora fidanzata nel trapper, organizzata dal rivale Baby Touché per vendicare un pestaggio che aveva subito giorni prima, è stato convalidato il patteggiamento a 5 anni. Invece, chi ha aggredito a coltellate il trapper, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, è stato condannato con rito abbreviato a 7 anni: si tratta di Youness Fouad e Francesco Menghetti. Infine, c’è il fratello di Baby Touché, che era presente all’agguato ma disarmato: Moaad Amagour è stato condannato a 6 anni con rito abbreviato. «Mi hanno dato il giusto», ha dichiarato dopo la condanna.



Per questi tre la richiesta di condanna della pubblica accusa era stata di 8 anni ciascuno, invece le rispettive difese auspicavano che il reato venisse derubricato in lesioni. La richiesta dell’accusa, quindi, è stata accolta parzialmente. Comunque, tutti i condannati sono agli arresti domiciliari. Il mandante, come Fouad, ha risarcito con 5mila euro, destinati anche al Patronato San Vincenzo. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni, poi i legali valuteranno se fare ricorso in appello o meno, anche perché la riforma Cartabia consente lo sconto di un sesto della pena a chi non presenta ricorso in appello.



LA FAIDA TRA SIMBA LA RUE E BABY TOUCHÉ

La sentenza sembra accompagna anche da una tregua tra i trapper, perché in aula gli imputati hanno chiesto scusa. La faida era nata da un’aggressione a calci e pugni a Baby Touché, vendicata appunto con l’agguato su mandato dell’ex fidanzata della vittima, Bibi Santi, all’anagrafe Barbara Boscali, indagata con altre quattro persone nella seconda tranche, che si è chiusa di recente e riguarda posizioni minori. Maltrattata dal trapper, aveva trovato un accordo con la gang di Baby Touché per la vendetta, aiutandola a organizzare l’agguato, senza però immaginarne le conseguenze.



Secondo il Corriere della Sera, il legale della ragazza potrebbe cercare la via del patteggiamento. Il gup, comunque, anche grazie alle indicazioni del perito, ha riconosciuto due mani diverse, non tre come aveva ipotizzato l’accusa. Il medico legale aveva valutato le cicatrici e le cartelle cliniche, concludendo che le coltellate avrebbero potuto uccidere Simba La Rue, il quale ha rischiato l’amputazione e subìto una lesione all’arteria femorale riscontrata in un secondo momento.