Il caso di Simona Floridia è tornato protagonista – dopo più di 30 anni – della trasmissione Le Iene in occasione dell’apertura del processo di appello che vede l’unico indagato Andrea Bellia difendersi da un’accusa per cui si è sempre detto innocente. Tornando indietro a quel 1992, infatti, gli unici elementi certi sono che la ragazza che all’epoca aveva 17 anni la sera del 16 settembre sparì misteriosamente da Catania dopo aver trascorso una serata fuori casa; mentre alcuni testimoni hanno poi raccontato di aver visto Simona Floridia sullo scooter di Andrea Bellia, approssimativamente attorno alle ore 20.



Facendo un salto avanti al 2023, si è arrivati ad una condanna contro l’unico indagato che gli inquirenti abbiano mai considerato grazie ad un’intercettazione di un amico in comune, Mario Ricciardi, che il giorno dopo raccontò alla sua fidanzatina che Bellia gli aveva confessato l’omicidio di Simona Floridia, indicandogli anche il punto esatto in cui l’aveva uccisa, buttandola (secondo questa teoria poi confermata in tribunale) giù da una ripida scarpata. Tuttavia, ad oggi – ed è l’oggetto del servizio delle Iene – i dubbi su quella morte sono ancora veramente tanti, a partire da che fine abbia fatto il corpo della giovane, mai ritrovato.



Simona Floridia, dal suicidio alla nuova telefonata: tutti gli elementi a favore di Andrea Bellia

Intervistato dalle Iene, Andrea Bellia a distanza di 30 anni continua a dirsi innocente per la scomparsa di Simona Floridia, ribadendo per l’ennesima volta che “non sono io la giustizia che cercano” e che “motivi di rancore nei [suoi] confronti io non ne avevo”. In tutto questo, non riesce ad accettare che “terze persone parlino di me (riferendosi a Mario Ricciardi, ndr.) e io ci devo trovare una giustificazione”.

Posizioni che saranno ora vagliate nel processo d’appello, assieme a due elementi chiave che prima erano stati ignorati: da un lato il diario di Simona Floridia dove confessava che “alcune volte ho pensato di farla finita“; dall’altro quelle testimonianze che dissero di averla vista il giorno dopo la presunta scomparsa a Caltagirone. Ma tra tutti gli elementi uno in particolare potrebbe aiutare Andrea Bellia a dimostrare la sua eventuale innocenza e si tratta di una telefonata – anche questa ignorata all’epoca delle indagini – tra Simona Floridia e la sua amica Saveria Tumino nella quale, racconta, “visto che volevamo fare un weekend al mare, mi chiese di chiederlo io ai suoi genitori e mi disse ‘io sto andando a casa, tu chiama tra 10 minuti che io prendo la scorciatoia’. Chiamai e mi rispose il padre“. Ora, tornando sempre alle testimonianze del 1992, il padre di Simona Floridia raccontò di essere tornato a casa non prima delle 22 perché quella sera si trovava allo stadio: un orario ben distante dalle 20 in cui fu vista sullo scooter di Bellia.