Simona Tagli, showgirl e conduttrice tv, ricorda l’amore con Francesco Ambrosoli, dal quale è nato la figlia Georgia. A “Storie di donne al bivio”, spiega: “Tra me e Francesco fu un colpo di fulmine. Eravamo al Giro d’Italia, che io presentavo: e ci siamo innamorati. Ho riconosciuto in lui il padre dei miei figli. La sua tattica? Era inusuale. Mi dava dei bidoni. Mi invitava a cena e non si presentava. Inizialmente mi era antipatico, poi si è dimostrato essere molto affine a me. Eravamo diversi ma con ‘affinità elettive’. Il progetto figlio è nato fin da subito ed era condiviso. Ho poi subito due aborti ma finalmente poi è arrivata Georgia”.
Nonostante la nascita della figlia, nessuna proposta di matrimonio è arrivata a Simona: “A me sembrava strano che non ci fosse il coronamento di tutto quanto, ovvero le nozze. Io sono un po’ all’antica, non mi piacciono le coppie di fatto”. La conduttrice racconta: “Io in passato mi ero già sposata ma avevo ottenuto l’annullamento dalla Sacra Rota. Speravo nel matrimonio, nel creare una famiglia, e invece non è avvenuto. Ci siamo presi una pausa di riflessione con Francesco poco dopo la nascita di Georgia ma la coppia non si è più ricomposta. Anzi, la maternità ci ha divisi. Essendo una coppia di fatto siamo entrati al tribunale dei minorenni e la donna che non è sposata lì è anche messa in discussione. Mettere in dubbio che io fossi una buona madre solo perché ero una donna in movimento, mi ha ferito”.
Simona Tagli: “Francesco Ambrosoli? L’amore si trasforma”
Con Francesco Ambrosoli non c’è stato mai nessun ritorno di fiamma, come spiega Simona Tagli: “L’amore o c’è o non c’è. Rimane l’amore verso il padre di mia figlia e rimane quello che c’è stato del nostro amore. Quando le cose finiscono, sono finite. Abbiamo però ricomposto una bellissima genitorialità, perché l’amore si trasforma”. Nonostante oggi il rapporto sia pacifico e teso al bene della figlia, ormai 18enne, in passato Simona e Francesco si sono fatti la guerra: “Siamo entrati in tribunale per stabilire le visite e ne siamo usciti dopo un percorso di tre anni e le nostre vite non erano più le nostre. Ho temuto di perdere Georgia e ho combattuto per un suo diritto, perché ero una mamma degna”.