Simona Ventura intervistata dal buon Alessio Poeta per Gay.it, parla delle sue colleghe, il suo lavoro e soprattutto cosa ne pensa della comunità LGBT. Attualmente, i progetti futuri sono giusto un “tantino” top secret: “I progetti? Tanti, ma dobbiamo aspettare il 9 luglio, giorno della presentazione dei palinsesti Rai, per poterne parlare”. Stasera però, la SuperSimo Nazionale ritirerà dalle mani di Lorenzo Bosio, al Padova Pride Village, il premio “Persona LGBT dell’anno”. Come mai il mondo LGBT l’apprezza così tanto? “Se mi sono chiesta perché il mondo gay mi è così vicino? Potrei dirle mille cose, ma sono fortemente convinta che chi mi segue sa perfettamente che non ho mai avuto un pregiudizio in tutta la mia vita. Non ho mai vissuto la sessualità come un problema e le persone, di qualunque orientamento fossero, le ho sempre valutate in base alle loro azioni”, racconta. La conduttrice torinese svela anche di apprezzare molto il Pride come manifestazione: “È una manifestazione pacifica, colorata e divertente dove non si celebra solo l’orgoglio gay, ma anche la libertà di amare e di essere se stessi”. Secondo lei marciare è utile ed anche doveroso: “E poi, per alleggerire, con questo caldo, ci marcerei subito anch’io! Non sia mai perdessi qualche kg…”.



Simona Ventura vicina alla comunità LGBT: tra Pride e adozioni per coppie e single

Simona Ventura per sua stessa ammissione, si definisce una donna pop: “Chi è la mia antagonista? Ho creato, involontariamente, tante piccole creature che tributano la mia carriera ogni giorno e le dirò: ne vado orgogliosa. Vorrà dire che sono un ottimo esempio, e poi la verità è che non ho mai avuto molto tempo libero per stare a pensare a chi mi odia e chi mi ama”. Poi smentisce una leggenda metropolitana: Ho delle simpatiche colleghe che si sono divertite a dire in giro che sono una grande stronza, piuttosto che una brutta persona. E c’è stata gente che, senza avermi mai incontrata, gli ha anche creduto”. In seguito la conduttrice di The Voice Of Italy, svela come reagirebbe se uno dei suoi figli le dicesse di essere gay: “L’unica cosa che mi preme è che i miei figli siano persone perbene”. E sulle adozioni a single e a coppie dello stesso sesso, dice: “È una battaglia che porto avanti da anni, anche se so che è già capitato che alcuni Tribunali dei Minori abbiano affidato a coppie dello stesso sesso dei bambini. La cosa ancora più assurda, indipendentemente dal sesso dei genitori, è che i tempi per adottare arrivino a toccare anche i tre anni. I tempi di adottabilità devono stringersi e bisogna farlo subito”.

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