Classe 1970, informatico e apicoltore sia per professione che per passione, è attualmente consigliere comunale a Forlì: lui è Simone Benini, l’esponente del Movimento 5 Stelle indicato come candidato governatore dell’Emilia-Romagna alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020. Sono 335 i voti con cui, sulla piattaforma Rousseau, militanti e iscritti pentastellati lo hanno incoronato come loro alfiere nella corsa alla guida della Regione, sfidando tra gli altri il presidente uscente Stefano Bonaccini del centrosinistra e Lucia Borgonzoni su cui scommette il centrodestra.



CHI E’ SIMONE BENINI

Sposato e padre di due figli, un maschio e una femmina, Simone Benini è nato a Cesenatico il 2 novembre 1970. L’amore per le nuove tecnologie lo folgora da giovanissimo quando, appena quattordicenne, riceve in dono il suo primo Apple Ile. Da lì un crescendo che non lo ha mai lasciato e di cui ha fatto il proprio lavoro, che svolge in regime libero-professionale, con specializzazioni che spaziano dalla creazione diretta di applicativi alla loro integrazione e razionalizzazione in qualunque livello di linguaggio essi siano sviluppati e per qualunque piattaforma. Con un simile presupposto formativo appare più che naturale la scelta di impegnarsi nel Movimento 5 Stelle fin dai suoi esordi, dato l’inevitabile entusiasmo per la democrazia diretta digitale che si esprime attraverso quella stessa piattaforma Rousseau che lo ha investito della candidatura a governatore dell’Emilia-Romagna. Nel 2014 viene eletto nel consiglio comunale di Forlì, dove diviene vicepresidente della Commissione II (Programmazione, investimenti, urbanistica, ambiente, attività economiche). Confermato per il secondo mandato nelle elezioni amministrative forlivesi del maggio 2019, tutt’ora siede tra i banchi dell’assemblea cittadina come rappresentante pentastellato.



SIMONE BENINI, CHI LO SOSTIENE

E’ quella del Movimento 5 Stelle la cornice politica entro cui si inquadra l’attività di Simone Benini, attivista della prima ora della compagine grillina. Proprio la formazione di Beppe Grillo lo ha scelto e lo sostiene come proprio candidato governatore per la Regione Emilia-Romagna alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020. Niente coalizioni, secondo la scelta compiuta consensualmente da M5S e Pd all’indomani della sconfitta alle elezioni regionali umbre del 27 ottobre 2019 in cui le due sigle avevano proposto un candidato comune così da testare la tenuta sui territori del cartello di maggioranza di governo del Paese. L’ultimo sondaggio realizzato il 7 gennaio 2020 dall’Istituto Noto, commissionato dalla trasmissione televisiva Porta a Porta, attribuiva a Simone Benini una percentuale tra il 5% e il 9% nelle intenzioni di voto del campione. Lui punta in alto, convinto di poter accrescere i propri consensi fino allo scoccare del silenzio elettorale: “Conta l’ultimo mese”, ha risposto a chi gli domandava se non lo preoccupasse il ritardo con cui scendeva in campo rispetto ai competitor Bonaccini e Borgonzoni.



SIMONE BENINI, IL PROGRAMMA IN PILLOLE

Implementazione dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, rifiuti zero, sostenibilità ambientale: per lui, apicoltore appassionato, le tematiche ecologiche e ambientali che danno una forte impronta al Movimento 5 Stelle sono un autentico pallino. Per questo si propone di portarle avanti qualora arrivi ad essere eletto alla guida della Regione Emilia-Romagna oppure dai banchi dell’Assemblea legislativa. Ma ambiente significa anche economia: ecco dunque che nel programma elettorale di Simone Benini entra a buon titolo – al fianco della lotta all’inquinamento e delle forme di mobilità sostenibile – anche l’imprenditoria rurale e zootecnica che ben concorre a comporre il Pil dell’Emilia Romagna. Da libero professionista e imprenditore di se stesso, poi, Benini ha tutta l’intenzione di riversare la propria esperienza nella valorizzazione della piccola e media impresa e del commercio, ma anche della buona e sana occupazione. Altra tematica caratterizzante è quella legata alla configurazione gestionale e agli assetti di governance del servizio idrico, con Benini convinto assertore della difesa dell’acqua come bene comune. Sanità pubblica, anche, al centro dell’azione dell’eventuale governo regionale di Benini, insieme alla lotta alla corruzione, e guardia alta contro il rischio infiltrazioni mafiose. Questi i punti cardine, ma il candidato pentastellato è pronto ad ampliare il suo ventaglio di proposte accogliendo le idee e le istanze che gli dovessero venire indicate dai cittadini nel corso della campagna elettorale. E poi in digitale, naturalmente: “Far votare gli attivisti è sempre positivo. Faremo votare le priorità del programma ai nostri iscritti”, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera riferendosi a quel canale grillino d’espressione e indirizzo per eccellenza che è la piattaforma Rousseau.

CURIOSITA’ SU SIMONE BENINI

Entusiasmo alle stelle, letteralmente e politicamente, ad animare la corsa elettorale di Simone Benini per le elezioni regionali in Emilia-Romagna. E i social media, naturalmente, sono uno tra i vettori privilegiati per la sua comunicazione che mira ad accorciare, se non annullare, la distanza tra candidato ed elettore. Proprio attraverso il suo profilo Facebook Benini ha aperto la sua campagna elettorale: “Sarà una bellissima sfida – ha postato – che affronteremo tutti insieme, piazza per piazza, mercato per mercato. Come abbiamo sempre fatto. Saremo le sentinelle utili dei cittadini dell’Emilia-Romagna”. “Siamo sicuri – ha scritto ancora – che solo una forte presenza del Movimento 5 Stelle nell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna metterà al centro i temi che interessano i cittadini e le sfide del futuro, e non le solite lotte di potere tra i partiti”. Lo sta facendo per davvero, spostandosi senza sosta in una campagna elettorale capillare fino a rasentare il porta a porta. Si sposta con la sua auto, una vettura ibrida – manco a dirlo – oppure in treno con un obiettivo dichiarato: “Viaggerò su convogli locali e regionali per capire i problemi dei pendolari”. Un saltino in spiaggia sui lidi romagnoli? E’ in agenda anche quello: al grido di “Stop trivelle nei nostri mari” è sceso fino in battigia nelle domeniche di campagna elettorale (rigorosamente in spiaggia libera) chiamando a raccolta i cittadini per ripulire “da petrolio, plastica e rifiuti” il mare e il litorale.