La pluricampionessa olimpica Simone Biles è tornata a parlare nelle passate ore delle molestie subite da lei e dalle sue compagne ed ha dimostrato come ancora non avrebbe riconquistato la fiducia nel team statunitense. In una intervista alla trasmissione della CBS, “60 Minutes”, la celebre ginnasta ha confidato: “Mia figlia mai nella squadra Usa di ginnastica. Non mi sentirei sicura”. Proprio così: se mai dovesse diventare madre non lascerebbe che la sua bambina iniziasse un percorso sportivo nel team statunitense di ginnastica artistica, lo stesso in cui lei e decine di altre compagne sono state molestate dal medico Larry Nassar.



Per i suoi reati Nassar è stato condannato nel 2018 praticamente a vita e pochi anni dopo la federazione Usa di ginnastica ha annunciato un piano di risarcimenti da 215 milioni di dollari per le vittime degli abusi. Nonostante questo, Simone Biles non ha più alcuna fiducia tanto da commentare: “Non mi sentirei sicura, non si sono assunti le loro responsabilità per le loro azioni e per quanto successo e soprattutto non sono stati in grado di assicurare che questo non accada mai più”.



SIMONE BILES “MIA FIGLIA? MAI IN SQUADRA USA DI GINNASTICA”

Nonostante la condanna e il piano di risarcimenti milionario, molte atlete hanno considerato la misura insufficiente dal momento che sarebbe stato opportuno un intervento tempestivo al fine di evitare le molestie continuassero oltre. Attraverso i suoi account social, Twitter e Instagram, era stata proprio la pluricampionessa olimpica Simone Biles ad ammettere: “Anche io sono una delle tante sopravvissute che è stata abusata da Larry Nassar. Per favore credetemi, è stato molto duro dire per la prima volta queste cose e scriverle”. Nel corso della sua dolorosa rivelazione aveva aggiunto: “Per troppo tempo mi sono chiesta ‘sono stata io troppo ingenua? E’ stata colpa mia?’. No, non è stata colpa mia. No, non devo accollarmi colpe che sono di Larry Nassar, della federazione e di altri”. Simone Biles ha chiesto più volte un’inchiesta indipendente sulla federazione Usa incapace di fermare gli abusi e le molestie perpetrati per anni da Nassar, ma la sua richiesta ad oggi è rimasta inascoltata: “Chi sapeva? Quando lo ha saputo? Troppe atlete sono state vittime e la maggior parte minorenni. Noi facciamo la nostra parte, portiamo medaglie. Loro dovrebbero fare la loro e proteggerci”, ha tuonato.

Leggi anche

Massimo D'Amato, papà Alice D'Amato morto di cancro/ "Mi dispiace aver ottenuto dopo i miei grandi successi"