Simone Cristicchi è uno dei protagonisti della puntata di Verissimo – Le storie di oggi, 5 giugno. L’artista ricorda la malattia di suo padre e la sua successiva morte: “A 10 anni ho perso mio padre e la mia reazione fu di rinchiudermi nella mia stanza”. Una morte che ha segnato tanto l’artista: “Non voglio dire che la sofferenza sia positiva in assoluto ma è probabilmente il tempo che da un senso alle tue ferite. Se oggi sono un artista e vivo della mia arte è anche grazie al sacrificio di mio padre.” Cristicchi ha così ammesso che “Io sono convinto che in ogni momento importante della mia vita lui mi ha sempre osservato.” Per poi concludere: “La morte ci spinge a dare valore a ogni singolo attimo che cio è concesso di vivere” (Aggiornamento di Anna Montesano)



Simone Cristicchi ospite a Verissimo

Simone Cristicchi ospite della nuova puntata di Verissimo Le Storie, il meglio delle interviste realizzate da Silvia Toffanin per il rotocalco di successo di Canale 5. Tra questi c’è anche l’intervista al cantautore di “Ti regalerò una rosa” con cui ha trionfato al Festival di Sanremo 2007 che per la prima volta ha parlato di un momento davvero difficile della sua vita. “A 12 anni ho perso mio padre, che è morto a 41 anni. Mi sono autoemarginato dagli altri. Mi sentivo diverso” – ha raccontato l’artista che ha proseguito dicendo – “sapevo che non c’era più e non l’avrei mai più rivisto. Ho passato anni a disegnare, dentro la mia stanza. I personaggi erano tutti da ridere. Creavo fumetti per evadere da quel dolore per creare qualcosa di positivo”. Non solo, parlando sempre della morte del papà, Cristicchi ha aggiunto: “papà aveva l’età mia di adesso. Diventare orfano a quell’età non è stato facile. Mi sentivo diverso dagli altri bambini: tutti avevano un papà e io no, mi auto emarginavo. Mi raccontavano la favola del “Papà è volato in cielo”, ma io sapevo che non l’avrei mai più visto”.



Simone Cristicchi: “le canzoni ti possono salvare la vita”

Simone Cristicchi ha superato la morte del padre grazie ai fumetti e all’immaginazione. Il disegno e i fumetti sono diventati il suo mondo alternativo dove poter creare, sperimentare ed evadere dal dolore. “L’arte ti può salvare la vita, come è successo a me” – ha precisato l’artista che durante la lunga chiacchierata ha confessato anche una cosa. “Ho voglia di mantenere in vita il bambino che ho dentro di me, curioso. Quel bambino ce lo dobbiamo sempre accarezzare” – ha detto l’artista che parlando di felicità ha rivelato da spettacolomusicaesport.com “la vera felicità è riuscire a trasformare anche i momenti negativi della tua vita in qualcosa di prezioso. Mi piace in particolare questa frase che ho sentito dire da un sacerdote: “le ferite possono diventare feritoie, qualcosa attraverso cui puoi comunque intravedere la luce”.

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