Simone Cristicchi ha polemizzato contro il Festival di Sanremo 2023. L’ha fatto ai microfoni dell’agenzia di stampa Adnkronos in collegamento da Trieste, nel corso della presentazione alla Università E-Campus di Roma di un libro scritto da Roberto Menia e incentrato sulla tragedia delle foibe e del successivo esodo giuliano, istriano, dalmata. Una tragedia di cui in Italia, nonostante siano trascorsi decenni, si sa ancora troppo poco e, secondo l’artista, parlarne sul palco del teatro Ariston in occasione della kermesse canora per antonomasia del Belpaese rappresenterebbe una grande occasione di divulgazione.
Certo, la scaletta di ogni serata è di per sé lunga e, da questa sera fino a sabato, dovranno cantare ogni sera tutti e 28 i cantanti in gara, ma, ha rilevato Simone Cristicchi, “non credo che sarebbe un problema dare 20 secondi di tempo per commentare le foibe al Festival di Sanremo, visto che si danno 15 minuti a certi personaggi squallidi…”.
SIMONE CRISTICCHI: “IL GIORNO DEL RICORDO DEVE ENTRARE NELLA COSCIENZA COLLETTIVA DEGLI ITALIANI”
Ancora all’Adnkronos, Simone Cristicchi ha osservato che la vetrina rappresentata dalla kermesse canora per antonomasia “potrebbe essere sicuramente utile. Ma ogni volta sembra quasi di dover chiedere l’elemosina per parlare di foibe. La questione è comunque delicata e va chiesta a chi dirige il ‘baraccone’ del Festival; dipende da chi sceglie e anche da chi sceglie di non dirlo“, ha aggiunto l’artista, il quale ha scelto di esprimersi sull’argomento senza fare ricorso ad alcun filtro verbale.
In conclusione, Simone Cristicchi ha tenuto a sottolineare il fatto che il giorno del Ricordo “deve entrare nella coscienza collettiva degli italiani e uno spazio del genere (Sanremo, ndr), con decine di milioni di persone che guardano la tv, sarebbe sicuramente utile”.