SIMONE FONTECCHIO AGLI UTAH JAZZ: TERZO ITALIANO IN NBA

Anche Simone Fontecchio sbarca nella NBA. A 26 anni l’ala di Pescara, ma cestisticamente cresciuto nella Virtus Bologna, diventa il terzo giocatore italiano a mettere piede nella Lega statunitense di basket: da ieri hanno iniziato a rincorrersi voci secondo cui Fontecchio fosse entrato nelle mire di una franchigia NBA, su La Prealpina si era fatto il nome dei Los Angeles Lakers e il gialloviola è stato il colore dominante dell’indiscrezione. Fino a che, sono arrivati gli Utah Jazz: come ha rivelato Adrian Wojnarowski, che scrive su eESPN ed è una sorta di guru per il mondo della pallacanestro americana, Fontecchio firmerà un contratto biennale per 6,25 milioni di dollari complessivi.



Dopo Danilo Gallinari (recentemente scambiato a San Antonio, ma ha firmato con Boston dopo il buyout) e Paolo Banchero (prima scelta assoluta all’ultimo draft, giocherà con gli Orlando Magic) ecco Fontecchio: si disimpegnerà nella competitiva Western Conference, e potrebbe avere un ruolo anche importante. Questo perché Utah è in piena ricostruzione: ha scambiato il centro titolare Rudy Gobert (a Minnesota), si è separata da coach Quin Snyder e presto potrebbe iniziare un’opera di rebuilding, visto che la star Donovan Mitchell è in uscita. Insomma: forse Fontecchio non lotterà subito per i playoff – da vedere – ma per contro potrebbe avere minuti.



Simone Fontecchio aveva già rinunciato a qualche offerta dal mondo NBA: la sua esplosione a livello internazionale è avvenuta soprattutto alle Olimpiadi, quando anche dall’altra parte dell’oceano si sono resi conto del suo talento. All’estero ha già giocato con Alba Berlino e Baskonia: in maglia Vitoria ha disputato un’ottima Eurolega viaggiando a 11,0 punti e il 40,2% dall’arco, e pazienza se la squadra non ha raggiunto i playoff. Lui si è ampiamente fatto notare, confermando quanto di buono si era visto a Tokyo: in Italia non è mai davvero sbocciato, aveva mostrato sprazzi di luce tra Cremona e Reggio Emilia ma nelle big (Virtus Bologna e Milano), vuoi per la giovane età o i pochi spazi, aveva faticato a emergere.



Naturalmente la notizia di Fontecchio agli Utah Jazz va presa al momento per quella che è: firmare per una franchigia NBA non significa necessariamente avere spazi e gloria (basti ricordare l’esperienza di Gigi Datome) e chiaramente il mondo del basket Usa è talmente variegato che si potrebbe fare un figurone facendo la star (Luka Doncic, per citare un altro europeo ovviamente di altra caratura) o il “role player”, vedi quel Marco Belinelli che ha girato tante squadre, ha sempre fatto il suo senza dover essere primo, secondo o terzo violino e si è ritagliato un titolo NBA e una vittoria nel tiro da 3 all’All Star Game. Vedremo quale sarà lo scenario di Fontecchio agli Utah Jazz…