La scomparsa di Andreea Rabciuc torna centrale nella puntata di ieri di Chi l’ha visto. A due mesi esatti non si hanno ancora notizie della 27enne. “Dopo che è andata via non ho fatto niente, non pensavo non si facesse vedere per due mesi”, ha commentato Simone Gresti, il fidanzato 43enne. A detta dell’uomo, come spiegato ai microfoni del programma di Rai3, la sola ad aver cercato Andreea sarebbe stata la madre che avrebbe chiamato e scritto sul suo cellulare. Per questo avrebbe deciso di contattarla, ma perché non farlo prima? “Non volevo svegliarla di sabato mattina e fare preoccupare una persona che lavora tutta la settimana e che è abituata a questi sbalzi della figlia ed io sono altrettanto abituato a sentirmi dire che sua figlia era già lì o con Daniele”.



La madre di Andreea, di contro, avrebbe chiamato per primo proprio Daniele che da quel momento avrebbe iniziato a preoccuparsi. La trasmissione Chi l’ha visto, intanto, avrebbe scoperto una serie di omissioni ed inesattezze relative ai racconti finora resi da Simone Gresti. Se Simone ha dichiarato di essere andato a fare la denuncia di scomparsa con la madre, quest’ultima afferma che sarebbe stata lei a dargli appuntamento davanti ai Carabinieri. Anche in merito al sangue sul suo giubbotto lui lo giustifica come il risultato di un pestaggio avuto in un locale.



Simone Gresti, il fidanzato di Andreea Rabciuc smentisce di essere stato interrogato

Simone Gresti, presente anche in studio a Chi l’ha visto, si è giustificato dopo le parole del compagno della madre di Andreea Rabciuc: “Lei è stata sempre a casa mia e sporadicamente la accompagnavo perché voleva vedere i genitori e molto sporadicamente abbiamo litigato”. Simone ha spiegato anche il rapporto turbolento con Daniele: “Non ero io a stare in una posizione sbagliata ma era lui ad importunare una persona”.

Simone ha ammesso di non essere stato interrogato: “E’ una notizia uscita sui giornali e contiene anche un errore tecnico perché si parla di un interrogatorio di garanzia”, ha spiegato il suo avvocato presente anche lui in studio. “L’interrogatorio di garanzia è collegato con l’applicazione di una misura cautelare mentre Simone non ne ha e non è stato neanche richiesto un interrogatorio dal pm nel corso delle indagini. Non c’è nulla di vero in nessuno dei casi. E’ stato solo sentito come persona informata sui fatti ma all’inizio, prima di essere iscritto nel registro degli indagati”.