Simone Mattarelli, il padre: “Così è andato l’inseguimento”

Il Pubblico Ministero di Busto Arsizio non ha aperto la richiesta di riapertura delle indagini per la morte di Simone Mattarelli, nonostante una serie di errori e omissioni commesse dal medico legale e non solo. Il papà del 28enne trovato impiccato nel gennaio 2021 chiede giustizia. Tutto è cominciato con un inseguimento la notte del 2 gennaio, come racconta il padre a “Lombardia Criminale”: “Inizialmente mio figlio doveva raggiungermi a Legnano, tanto che io lo aspetto davanti la casa. Poi probabilmente ha trovato delle pattuglie e non è riuscito ad arrivare. C’era il coprifuoco in quel periodo. In base alle pattuglie cambiava percorso. Io lo chiamavo, dicendo ‘Dimmi dove sei’. Io sentivo le sirene al telefono. Quando ha abbandonato la macchina, ho sentito i colpi di pistola. Lui ansimava e correva”.



“L’ho fatta grossa, papà, se mi prendono mi ammazzano”, aveva detto Simone Mattarelli al padre. Stava violando il coprifuoco, ma non solo. Aveva preso alcol e droga. Il papà Luca spiega: “Quando ho sentito che gli sparavano addosso ho fermato una pattuglia dei carabinieri spiegando la situazione. Mi hanno fermato 20-30 minuti, poi mi hanno detto di andare a Desio che mio figlio sarebbe dovuto essere lì in caserma”. Dopo essere scappato, Simone si rifugia in un’azienda, nascondendosi tra sabbia e vetro. Da lì, lo cercano per ore, fino a trovarlo morto con una cinta intorno al collo: per la Procura è suicidio.



Simone Mattarelli, l’avvocato: “Le anomalie sono tantissime”

“Tutta questa zona qui è un punto cieco. Se qualcuno si fosse introdotto qui dove si era messo Simone, non sarebbe stato ripreso”, racconta il fratello di Simone Mattarelli. Il padre prosegue il racconto: “Pensavamo di trovarlo lì dietro un cespuglio, magari ferito o anche morto. Verso le 17 sentiamo un’ambulanza che arriva senza sirena e capiamo che l’avevano trovato morto”. 

Roberta Minotti, legale della famiglia, parla a “Lombardia Criminale”: “Le anomalie sono tantissime, sia a livello investigativo, perché ci sono errori commessi dalla Procura che noi abbiamo censurato, sia quelli commessi dal medico legale. L’errore più evidente è un errore indicato nella relazione, che fa riferimento alla posizione del nodo dicendo che era posteriore. Invece all’evidenza il nodo è davanti. Abbiamo esaminato la cintura che era intorno al collo. Simone aveva il viso e le mani sanguinanti, aveva dei tagli. Analizzando la cintura che avrebbe dovuto impugnare per impiccarsi, era prima di tracce di sangue. Questa circostanza il Pubblico Ministero l’ha ritenuta neutra. Poi sono state omesse lesioni importanti. Viene fotografata un’emorragia addominale, la rappresentiamo al magistrato. C’era anche una lesione al labbro, una lesione sulla spalla, sulla clavicola. Non sono stati fatti ulteriori accertamenti. All’interno di questo locale dove è stato trovato Simone c’erano circa 20 persone, quindi come è possibile che ci fossero solo le impronte di Simone?”.