«Siamo arrivati veramente a un soffio da un epilogo tragico»: ad affermarlo è il noto alpinista Simone Moro, protagonista di una sfiorata sventura sulla salita del Gasherbrum I e il concatenamento con il Gasherbrum II, nella catena montuosa del Karakoram, sull’Himalaya. Insieme alla compagna di spedizione, Tamara Lunger, Moro è rimasto vittima di un brutto incidente: ad un certo punto si è aperta una voragine sotto i piedi ed è precipitato. La Lunger «ha subìto uno strappo tanto violento che è letteralmente volata fino al bordo del crepaccio e io in caduta libera a testa in giù sbattendo schiena gambe e glutei sulle lame di ghiaccio sospese nel budello senza fine in cui continuavo a scendere». Moro ha spiegato di essere finito in un crepaccio largo non più di 50 centimetri e tutto buio: un volto di oltre venti metri che ha avuto ripercussioni anche sulla compagna di spedizione, rimasta con la corda avvolta attorno alla mano con dolori lancinanti.
SIMONE MORO, INCIDENTE CHOC SUL GASHERBRUM
Simone Moro ha poi aggiunto in un lungo post su Facebook: «Sono riuscito con una mano a mettere un primissimo precario ancoraggio e, pur sentendomi lentamente scendere verso l’abisso ho avuto la lucidità di prendere la vite da ghiaccio che avevo all’imbrago e fissarla nella parete liscia e dura del crepaccio. Quella vite ha fermato lo scivolamento mio e la probabile caduta nel crepaccio di Tamara». L’alpinista è riuscito a risalire il crepaccio dopo due ore, riabbracciando così Tamara, che piangeva per il dolore alla mano. «Mentre salivo era riuscita ad organizzare una bella sosta di recupero e ad assicurarmi mentre scalavo i 20 interminabili metri di ghiaccio liscio. Siamo scesi al campo base già allertato e rassicurato via radio», ha aggiunto Moro, che successivamente è stato sottoposto a controlli medici insieme alla compagna di spedizione.