Un fulmine a ciel sereno ha sconvolto la vita di Simone Pavan, ex difensore di Atalanta, Modena e Venezia che da un anno circa si trova a combattere la leucemia al fianco del figlio. Leonardo, sei anni da compiere il prossimo 21 gennaio, ha infatti scoperto nel 2020 di essere malato dopo dei controlli, da lì il calvario e la chemioterapia che il piccolo ha affrontato con la forza di un guerriero. Pavan, dopo essere ricorso alle cure del Gaslini di Genova, ha quindi deciso di scendere in guerra col figlioletto, donandogli il midollo.



“I medici ci hanno spiegato tutto – racconta – e per quanto mi riguarda non ho avuto alcun dubbio. La chemioterapia è stata devastante, Leonardo ha bisogno di me e mi sono messo in gioco senza neppure pensarci. Se posso fare qualcosa per aiutarlo, io ci sono e poi bisognerà sperare che tutto vada bene, che non ci sia una crisi di rigetto. Incrociamo le dita” ha detto l’ex calciatore. al Corriere della Sera. Il piccolo Leonardo verrà ricoverato il 2 gennaio, poi il padre lo seguirà il 10 per il prelievo di midollo che gli verrà donato.



SIMONE PAVAN E IL MIDOLLO DONATO AL FIGLIO: “PROVA DURISSIMA”

Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex calciatore della Sampdoria ha raccontato il calvario del piccolo Leonardo: “La vita mi ha messo davanti a una prova durissima che ovviamente non avrei mai voluto affrontare. La forza mi arriva dalla mia famiglia, mai così unita. Abbiamo scoperto la malattia di nostro figlio a giugno del 2020, poco dopo il lockdown. È stata una mazzata, ma ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a combattere. Abbiamo iniziato subito la battaglia, sfruttando la presenza a Genova, la città in cui viviamo, dell’ospedale Gaslini, un’eccellenza europea nella cura delle leucemie”.



Con la situazione del figlio Pavan ha deciso di mollare il calcio dopo l’esonero nel 2020 con la Vis Pesaro: “È la mia vita, ma come farei in una situazione simile a buttarmi anima e corpo nella mia professione? Ho detto di no a due proposte che mi sono arrivate a stagione in corso. Non sarebbe stato onesto nei confronti di chi mi voleva offrire una possibilità di lavoro, non era proprio possibile perché la situazione di Leonardo richiede la mia presenza fissa accanto a mio figlio. In questo momento penso solo a lui”.