Una bambina da 10 mesi è tenuta in Russia dalla mamma, che l’ha sottratta al papà. Lui, Simone Saia, ha sporto denuncia di sottrazione internazionale di minore; ora agenti dell’Interpol stanno cercando di trovare un accordo per far tornare la bambina in Italia. Lui ne ha parlato ai Fatti Vostri, spiegando che la sua ex compagna, Nadia, “è molto aggressiva” nei suoi confronti. “Non vuole trovare un accordo di pace”.
I due si sono conosciuti nel suo locale, visto che lei era una delle ragazze immagine. Dal feeling è nata una storia d’amore, da cui poi è nata Victoria. All’inizio la compagna non voleva portare a termine la gravidanza. “Ero contrario all’aborto, ho fatto di tutto per convincerla. Lei era convinta che le avrebbe limitato la sua libertà, visto che aveva un altro figlio in Russia”. Dopo la nascita della bambina il loro rapporto è cambiato. “Credo perché non ha mai accettato la nascita di Victoria. La depressione si trasformava in aggressione nei miei confronti. Ha avuto episodi particolari”.
“DISPOSTO A TUTTO PER RIVEDERE MIA FIGLIA”
Le liti hanno portato alla rottura definitiva nella coppia. “Subivo anche violenze psicologiche”, ha confessato Simone Saia. L’ex compagna, che spesso andava in Russia, alla fine era rimasta lì. Lui però tramite i social riuscì a scoprire che era a Silvi Marina per lavoro. Lo segnalò ai carabinieri e lì le fu notificata la denuncia di sottrazione di minore, quindi la donna decise di tornare in Italia.
Una permanenza durata poco, perché poi Nadia è tornata in Russia e da lì ha negato qualsiasi accordo, negando a Simone Saia anche di crescere sua figlia. “Non c’è verso, non ne vuole sapere di farla tornare in Italia. Io sono propenso anche ad un affidamento congiunto pur di rivederla”. Quindi, tramite i microfoni dei Fatti Vostri ha lanciato un appello alla sua ex: “Ragioni con la testa e valuti il bene per la bambina. Voglio vedere Victoria e crescerla”.