A pochi giorni dalla sua assoluzione, l’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti è stato ospite di Lombardia Nera. Era il 3 maggio del 2016 quando fu arrestato trascorrendo dieci giorni a San Vittore per via della vicenda legata alle piscine di Lodi. Condannato in primo grado, viene poi assolto con formula piena in Appello “perché il fatto non sussiste”. L’ex sindaco era a processo per turbativa d’asta, nel caso delle piscine estive. Il 29 novembre 2018 fu condannato in primo grado a 10 mesi di reclusione e 300 euro di multa. “Cinque anni di un incubo, ringrazio mia moglie, mio fratello, la mia famiglia e i miei avvocati. Dopo 5 lunghissimi anni arriva finalmente il giudizio di una corte che ha riconosciuto quello che è effettivamente stato, cioè tutti noi, abbiamo sempre agito solo ed esclusivamente nell’interesse pubblico”: queste le prime parole a caldo dopo l’assoluzione.



Alla trasmissione di Antenna 3 ha raccontato come è stata la mattina in cui lo portarono in carcere: “E’ stato un momento nel quale ho visto nero”, ha dichiarato. L’ex sindaco ha raccontato quanto accaduto quando giunsero gli uomini della Guardia di Finanza, che lui credeva fossero lì per via di un Tso: “Dopo aver sentito le parole ‘ordinanza di custodia cautelare’ è stato come se avessi visto la mia vita finita e l’inizio di un incubo che è durato cinque anni”.



SIMONE UGGETTI, EX SINDACO LODI ASSOLTO: LA VICENDA

Uggetti ha proseguito nel suo racconto spiegando di essere stato prima trasportato in questura e in serata fu trasferito a San Vittore. Da lì sarebbe iniziato il suo incubo poi proseguito con 25 giorni di arresti domiciliari che a suo dire, “non sono stati meno duri perché io decisi fin da all’ora che mi sarei dimesso perchè non avrei potuto svolgere a pieno il mio ruolo, ma decisi di dimettermi da uomo libero perché ero stato sempre convinto di aver agito nell’esclusivo interesse della città”. Uggetti ha commentato la storia del caso piscine parlando di “grande fraintendimento”. “Io sono stato intercettato per 3500 telefonate e non emerse mai nulla”, ha aggiunto. La funzionaria che lo denunciò per presunte pressioni dando vita all’indagine lo registrò ma nel corso del processo, ha spiegato l’ex primo cittadino, furono loro a chiedere che venisse ascoltata in aula la conversazione definita “normalissima“. Già in primo grado emersero i fatti lasciando trapelare fatti di “ordinaria amministrazione tra un sindaco e la propria funzionaria”. “Ci sono state delle circostanze sfavorevoli e i 5 anni sono stati lunghi e dolorosi ma almeno in secondo grado è stata fatta giustizia”, ha aggiunto. In merito alla scuse di Di Maio, le ha definite “un fatto politico e significativo perchè i 5 Stelle che insieme alla Lega hanno cavalcato di più la mia vicenda hanno fatto un cambio copernicano. Spero ci sia una giustizia più giusta ma nel rispetto delle persone”.

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