«La lettera di Di Maio ha dato molto risalto alla mia assoluzione», così Simone Uggetti ai microfoni di Di Martedì. L’ex sindaco di Lodi, assolto in appello dopo cinque anni di battaglia giudiziaria per l’accusa di turbativa d’asta, ha spiegato: «Capitai in una stagione molto sfortunato: il M5s era in forte salita ma non era ancora nella dimensione di governo».
Simone Uggetti ha proseguito: «Mi capitò questa sventura fortissima che cambiò profondamente la mia vita, fortunatamente adesso sto riprendendo il sorriso: è stato un incubo, sono stati cinque anni in cui ho sofferto. Quando sei convinto di agire per l’interesse pubblico e ti piombano in casa e finisce a San Vittore, è qualcosa che non auguro neanche al peggiore dei miei nemici». (Aggiornamento di MB)
SIMONE UGGETTI A QUARTA REPUBBLICA
«Il 3 maggio del 2016 mi citofonano poco prima delle 8 del mattino, era la Guardia di Finanza, pensavo a un Tso, invece si presentano in quattro sul mio pianerottolo. Ho sentito le parole “ordinanza di custodia cautelare” e ho pensato che la mia vita fosse finita. Non avevo alcun sentore. Ero sindaco da tre anni. Mi conducono in Questura, mi fotografano, mi prendono le impronte digitale ed era già scattato il circo mediatico, io ero la bestia da esibire. Poi mi hanno portato a San Vittore, dove sono rimasto 10 giorni, con altri 25 giorni di domiciliari»: questo il racconto di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi assolto dopo cinque anni di incubo dall’accusa di turbativa d’asta.
Simone Uggetti è stato condannato a 10 mesi nel processo di I grado, per poi essere scagionato da ogni accusa pochi giorni fa in appello. «Avevo pressioni di diverso tipo per dimettermi, io dissi “mi dimetto da uomo libero perché non ho fatto nulla di male”», ha spiegato l’esponente dem ai microfoni di Quarta Repubblica nella puntata di lunedì: «Dopo la nascita di mio figlio, l’assoluzione è stata la gioia più intensa. Ho visto il mondo rovesciato». L’ex primo cittadino di Lodi ha poi ricordato: «Due mesi prima ero andato dalla Gdf perché avevo saputo che c’era un dipendente del Comune infedele. Mi misi a disposizione perché c’era una corruzione in atto».
SIMONE UGGETTI: “HO APPREZZATO LE SCUSE DI DI MAIO”
«Io ho collaborato con i magistrati perché l’interesse mio e degli altri imputati è sempre e solo stato che emergesse la verità», ha proseguito Simone Uggetti: «Mi hanno intercettato 3.500 telefonate in 40 giorni, non hanno trovato mai un tema sulla piscina e nessun elemento che potesse mettermi in cattiva luce». Tornando alla gogna mediatica, Simone Uggetti ha ricordato: «Nel Pd ci sono state persone che mi sono state molto vicine, l’ex segretario Renzi ebbe un atteggiamento un po’ liquidatorio». Negli ultimi giorni si è parlato molto delle scuse di Luigi Di Maio: «Io ho molto apprezzato il gesto di Di Maio, ero sorpreso e contento. La cosa che ho più apprezzato di più sono le scuse che avevano una dimensione umana e le scuse alla mia famiglia. Dietro ogni imputato c’è una persona, una famiglia e un lavoro. L’elemento del rispetto deve essere salvaguardato».