Simonetta Gola è la moglie di Gino Strada, il medico chirurgo e fondatore di Emergency. La donna era al suo fianco quando il fondatore di Emergency ha esalato l’ultimo respiro lo scorso  lei al suo fianco quando è morto pochi mesi fa, il 13 agosto del 2021. Un grande amore quello nato tra i due che lo scorso giugno 2021 avevano anche deciso di pronunciare il lieto si con il matrimonio celebrato dal sindaco di Milano Beppe Sale. Dopo due mesi l’atroce notizia della scomparsa del chirurgo annunciata proprio dall’amico Beppe Sala con un messaggio pubblicato sui social: “se ne è andato un caro amico, Gino Strada. Gli volevo bene e lui ne voleva a me. In giugno avevo celebrato il suo matrimonio con la dolce Simonetta, una cerimonia riservata come loro desideravano”.

Simonetta Gola, la moglie di Gino Strada: chi è?

Simonetta Gola, la seconda moglie di Gino Strada, si è sposata a giugno 2021 con il fondatore di Emergency con una cerimonia intima alla presenza di pochissimi amici della coppia. Tra questi anche Massimo Moratti, grandissimo amico di Strada che ha ricoperto il ruolo di testimone. Simonetta Gola era con il marito Gino Strada quando è morto. Il fondatore di Emergency si trovata in Normandia, in Francia. Sulla seconda moglie del medico chirurgo si conoscono davvero pochissimi dettagli; quello che possiamo dirvi è che la donna ha conseguito una Laurea in Scienze politiche a indirizzo sociologico. Non solo, la Gola è anche una giornalista pubblicista attualmente responsabile della Comunicazione e delle Campagne di raccolta fondi nazionali dell’Organizzazione non governativa Emergency. Inoltre dal 2009 è membro del Comitato direttivo e del Comitato esecutivo dell’organizzazione non governativa fondata nel 1994. Proprio presso il Comitato direttivo e del Comitato esecutivo dell’organizzazione non governativa è scattata la scintilla tra i due.

La donna condivideva ogni pensiero del marito, tra cui quello sulla guerra. “Per Gino, la guerra non era mai la soluzione, ma era sempre – sempre – il problema” – come si legge in un testo che conclude – “c’è ancora tanto da fare, Gino, e andremo avanti come tu ci hai insegnato. Continueremo a essere estremamente realisti e, allo stesso tempo, a coltivare l’utopia: continueremo a curare le vittime e a darci da fare per abolire la guerra”.