I conti dei sindacati e i bilanci annuali poco trasparenti. Il quotidiano Libero torna sulla questione che era stata già trattata da altri organi di stampa, analizzando come questo sia un fenomeno diffuso tra tutte le sigle sindacali italiane, specialmente il fatto di non dichiarare alcuni introiti ed incassi per abbassare i numeri pubblicati. I calcoli da fare però, non sono assolutamente semplici, perchè, secondo quanto emerge dai documenti ufficiali, le maggiori entrate sembrerebbero derivare dai tesseramenti annuali, e considerato il numero di iscritti, la somma è abbastanza scarsa.



Una spiegazione potrebbe essere quella che non si tiene conto dei tesserati appartenenti ai sindacati di categoria specifica, come ad esempio quelle dei metalmeccanici o dei dipendenti pubblici. In questo modo si farebbero quadrare i conti dichiarando quote bassissime pari a 5,45 euro per i lavoratori dipendenti e 4,17 per ogni pensionato. Tuttavia gli importi sarebbero assolutamente incompatibili con gli stipendi medi dai quali verrebbe tolto circa l’1% e se, come afferma l’Istat una busta paga media è di 27mila euro, i conti non possono essere corretti.



I conti dei sindacati, poca trasparenza sulle fonti di guadagno: “Dichiarati solo proventi da tesserati”

Sui guadagni dei sindacati, l’incongruenza tra i bilanci dichiarati e i calcoli fatti in base al numero dei tesserati emerge soprattutto quando si osserva che in base ai numeri ufficiali, dai tesserati arriverebbero, ad esempio per la Cgil 21,73 milioni di euro. Ma se viene trattenuto l’1% dello stipendio per ogni lavoratore, esclusi i pensionati, e una busta paga media annuale è di 27mila euro, i dati corretti dovrebbero ammontare a 680 milioni di euro. Derivati dalle quote di 2,5 milioni di lavoratori. Insieme a queste somme ci sono da considerare i guadagni dei patronati e 590mila euro di “proventi straordinari”.



Anche per la Cisl e la Uil il meccanismo è molto simile. E cioè vengono dichiarati chiaramente solo i proventi derivati dai tesserati, ma che comparandolo con i numeri degli iscritti non sarebbero compatibili. Inoltre, Caf e Patronati delle sigle sindacali godono di un contributo statale. Questo è pari allo 0,199% del gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da tutte le gestioni amministrate da Inps, Inail, Inpdap. Per un totale di entrate che arriva a quota 420 milioni di euro.