Il Governo dei “Patrioti”, o più banalmente del centrodestra italiano, guidato, probabilmente, da Giorgia Meloni è ancora “in fieri” e, sabato prossimo, vi è già la prima manifestazione “contro” organizzata dal principale sindacato dei lavoratori, la Cgil, con il cuore e la testa, storicamente, a sinistra.
L’iniziativa chiede all’Italia, e all’Europa, di ascoltare (o tornare a farlo?) il lavoro. Si chiede così di (ovviamente?) aumentare i salari e difendere i redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione, rafforzare la contrattazione e riformare il fisco. Si propone, insomma, di tutelare e aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni intervenendo a livello nazionale ed europeo sulla formazione dei prezzi fissando, ad esempio, un tetto alle bollette di luce e gas.
Allo stesso tempo si chiede di proteggere l’occupazione prevedendo un salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei Ccnl e stabilire una legge sulla rappresentanza sindacale a oggi inesistente. La Cgil, in questo quadro, chiede di rinnovare i contratti, e affermare la centralità della contrattazione per assicurare diritti e partecipazione.
Si immagina, quindi, di dare uno stop alla precarietà e di ridurre gli orari di lavoro. La Cgil, insomma, chiede di superare il Jobs Act renziano e le altre varie norme che hanno, negli anni, precarizzato il lavoro. Si immagina, così, di abolire le diverse tipologie di “lavoro precario” e sottopagato e introdurre un nuovo contratto unico di ingresso a contenuto formativo ed estendendo le tutele anche ai lavoratori autonomi.
In termini di genere si propone poi la definizione di un ambizioso piano per la piena e buona occupazione in particolare per giovani e donne che aiuti a superare i divari di genere e generazionali.
In termine di finanziamenti, agevolazioni e incentivi, questi, secondo la proposta Cgil, dovrebbero essere collegati, sempre più, alla stabilità dell’occupazione prodotta e alla possibilità di contrastare le delocalizzazioni al ribasso che puntano sui bassi salari di altri Paesi, in molti casi, meno sviluppati del nostro.
Infine, la manifestazione di sabato chiede una significativa riduzione e redistribuzione degli orari di lavoro per facilitare, secondo i proponenti, una nuova occupazione più stabile e, allo stesso tempo, il diritto alla formazione permanente.
I temi, insomma, in un’azione del prossimo Governo che non potrà parlare, auspicabilmente, solo di Covid, guerra e bollette, dovranno essere affrontati.
Le scelte immaginate dalle forze di centrodestra sono, ovviamente, diverse, ma le soluzioni che saranno messe in campo non potranno eludere un franco e sereno, e anche duro, confronto con le parti sociali e le sue proposte come quelle che la Cgil sabato presenterà ai suoi iscritti, e simpatizzanti, ma anche alla politica, alle controparti datoriali e al Governo che verrà.
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