Minacciano uno sciopero generale i sindacati. I segretari delle sigle principali, leggasi Cgil, Cisl e Uil, quindi Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri, hanno avvisato il governo in merito al tema dei licenziamenti, invitando lo stesso a bloccarli almeno fino alla fine del 2020, anno disastroso per l’economia a causa dell’epidemia di coronavirus e della successiva crisi. “Se il Governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine 2020 – fanno sapere, come si legge sull’edizione online di oggi, 5 agosto, di TgCom24 – si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale”. E ancora: “Chi pensa di anticipare la data del blocco licenziamenti alla fine dello stato di emergenza – precisano i leader delle tre sigle – dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratori“, annunciando che sarebbe già stata indetta un’iniziativa per il prossimo mese, precisamente il 18 settembre. “Che possa essere trasformata in uno sciopero – sottolineano – dipenderà solo dalle scelte di Governo e di Confindustria”.
SINDACATI PRONTI A SCIOPERO GENERALE: ECCO QUANTO EMERSO NEGLI SCORSI GIORNI
Quindi Cgil, Cisl e Uil avvertono ancora il governo: “Chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati (vedi Irap) e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro. In questo contesto, è davvero grave che Confindustria decida di non firmare i contratti nazionali dei lavoratori della sanità privata e del settore alimentare, che con la loro opera essenziale ci hanno permesso di uscire dalla fase più acuta della pandemia”. L’idea attuale dell’esecutivo è quella di inserire nel prossimo Dpcm, il cosiddetto Decreto Agosto, il termine del blocco dei licenziamenti al 15 ottobre 2020, giorno fino a cui è stato recentemente prorogato lo Stato di Emergenza. La data, come fatto sapere da IlSole24Ore, è emersa nelle scorse serate dopo una riunione di governo a Palazzo Chigi, in quanto l’ipotesi di una proroga fino al 31 dicembre non avrebbe convinto la maggioranza dei presenti.