L’economista Gianfranco Viesti, professore di economia all’Università di Bari, ha ragionato sulla questione stipendi, che in Italia continuano a non salire, deincentivando la produttività delle imprese e intaccando il sistema economico, privato di buona parte dei guadagni. Insomma, un ‘cane che si morde la coda’, la cui causa secondo l’economista è da ricercare del fatto che “i sindacati sono deboli” e non riescono a “stimolare le imprese attraverso gli aumenti salariali”.
Questo, secondo Viesti, è l’unico modo per “aumentare la produttività“. Negli ultimi anni, infatti, a causa della crescita incontrollata dell’inflazione “il lavoro dipendente ha avuto una riduzione significativa del valore del potere d’acquisto” con i salari che hanno perso “dieci punti percentuali” nella loro capacità di spesa. Si tende, infatti, erroneamente a dimenticare che “i salari sono parte importantissima della domanda aggregata” perché, spiega Viesti, se non crescono si “rallenta la domanda” e si alimenta un “circolo vizioso che va a danno delle stesse imprese”. La causa di tutto questo, almeno in parte, si può imputare secondo l’economista al fatto che “i sindacati sono indeboliti”.
Viesti: “Il Sud può diventare hub green e digital”
Secondo Viesti, infatti, solo “un sindacato forte, capace di trattare migliori condizioni per i propri iscritti” è in grado di “stimolare le imprese, costrette a concedere aumenti salariali, a incrementare la produttività”. Gli attuali sindacati italiani, differentemente, sono solamente in grado di permettere “a una parte del nostro sistema di “sopravvivere senza particolari investimenti per il miglioramento della qualità dei prodotti e l’aumento della produttività”.
Tema, quello dei salari che non crescono, sottolinea ancora Viesti, che colpisce in particolare il Mezzogiorno “debole [economicamente] perché latita la domanda locale”, per le ragioni fino a qui spiegate. In questo contesto “bisogna riflettere sulle politiche a favore delle imprese, che oggi sono in larga parte a pioggia, favoriscono settori e aree che sono già oggi sviluppate“. Inoltre, l’Italia dovrebbe “modificare la propria struttura produttiva” andando incontro, secondo Viesti, alle “due transizioni dei nostri tempi, ecologica e digitale. Specie al Sud”. Così, conclude, “si potrebbe invertire la rotta della migrazione al fine dei creare una circolarità fra Nord e Sud”.