Anatolii Fedoruk, sindaco di Bucha, è intervenuto in qualità di ospite nel corso della trasmissione di Rete 4 “Quarto Grado”, andata in onda nella serata di venerdì 6 maggio 2022 e condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Il primo cittadino ha descritto in diretta televisiva l’orrore visto con i suoi occhi: “Ci siamo imbattuti in 419 corpi torturati di civili. Li abbiamo osservati, è stata fatta l’esumazione dei corpi dalle fosse comuni, altri ne abbiamo raccolti lungo le strade. Una buona parte del territorio, ora, sta diventando accessibile, consentendoci di verificare le atrocità che sono state commesse. Considerando anche le frazioni di Bucha, sono stati in tutto 456 i civili uccisi. Ciò che più mi indigna e mi provoca sensazioni orrende è il cinismo che i russi usano per spiegare e giustificare quello che è successo, negando la verità. Questa è la cosa più brutale”.



Il ministro Lavrov in conferenza stampa ha detto che il sindaco di Bucha non ha parlato delle atrocità russe e, a tal proposito, Fedoruk ha riferito: “Il 31 marzo mi trovavo a 750-800 metri di distanza dal nostro Comune. Ero nel rifugio e sono uscito quando i russi non c’erano più. Ho quindi fatto un primo video in cui ho comunicato che Bucha era stata liberata. Il 1° aprile, poi, quando ho potuto camminare e prendere l’auto, mi è stata chiara la portata del massacro. Quello che più ci ha sconvolto e che tutto il mondo ha visto, si trova vicino al loro quartiere generale. Proprio lì, sotto terra, hanno accatastato come della legna i corpi dei civili, legati e fucilati”.



SINDACO BUCHA: “LA RUSSIA CI PUNISCE PERCHÉ SIAMO DEMOCRATICI”

Nel prosieguo di “Quarto Grado”, il sindaco di Bucha ha confessato di essere spaventato dalle bugie e dalle fake news diffuse dai russi, a cominciare da quella del drappo bianco presente sulle braccia e sulle caviglie dei cadaveri. Per Mosca sarebbe stato un simbolo filorusso, ma per il primo cittadino avrebbe avuto un altro significato: “Ci hanno chiesto di indossarlo per identificare i civili impegnati in operazioni, come la fornitura di derrate alimentari – ha chiarito Anatolii Fedoruk –. I cadaveri che tutto il mondo ha visto per le strade di Bucha non appartengono ai russi, ma ai civili ucraini. Purtroppo, però, pur indossando il drappo non sono stati risparmiati. Sulla strada che si allontana da Bucha e porta a Kiev, c’è stata una vera e propria carneficina. Abbiamo provato a prendere i corpi per seppellirli nei cortili delle case, ma non è stato facile. Alcuni russi si sono finti medici per prenderli e portarli via”.



Ma cosa può fare l’Occidente di concreto per gli ucraini? Il sindaco di Bucha non ha dubbi: “Dovete capire che questa guerra non è da qualche parte in Ucraina, ma è all’est dell’Europa. Dobbiamo restare coesi, la Russia ci punisce perché siamo dei democratici, ma noi siamo pronti a morire per quei valori che hanno unito l’Europa”.